Serata di classica targata Pagano Si esibirà il violoncellista prodigio

Imperdibile appuntamento martedì alle 20.30 "Grazie agli amici della musica, con Brunello grande feeling"

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Di giovani e talentuosi musicisti nel mondo della classica ce ne sono parecchi. Spesso li si esalta perché sono stati degli enfant prodige. Ma non è sempre oro quello che luccica. Non tutti mantengono le (elevate) attese. Poi ci sono i fuoriclasse veri, quelli che non hanno neppure bisogno di passare la fase da enfant prodige. Quello che luccica in loro è oro purissimo, a 24 carati. Il loro nome potete segnarvelo, perché ne sentirete parlare a lungo. Che dire, ad esempio, di un violoncellista 19enne che è stato paragonato al giovane Rostropovic? Niente, non c’è nulla da dire, ma solo da ascoltare. L’occasione, preziosa, la offrono gli amici della musica ‘Guido Michelli’ di Ancona, che martedì (ore 20.30) sulla splendida terrazza del museo archeologico ospitano Ettore Pagano. E’ lui il prodigioso violoncellista che ha conquistato le giurie di molti premi internazionali, oltre a un certo Mario Brunello, che lo ha scelto tra i partecipanti della masterclass, promossa dagli amici della musica, che ogni anno tiene a San Ginesio. "Quella con Brunello è stata un’esperienza unica – racconta Pagano –, e non solo perché è lui. La masterclass comprende arte, forma e natura. Siamo andati a vedere le opere d’arte del territorio, così come gli artigiani che creano oggetti a mani nude, e tutto questo nella cornice splendida dei Monti Sibillini. Al di là della musica, è stata anche una lezione di vita. Con lui non si può stare tranquilli. In ogni lezione ci deve essere uno spunto di riflessione, una lampadina che si accende. La tecnica va bene, ma un maestro ti può dare solo certi spunti. Certe cose non si insegnano, le devi vivere tu stesso". Svariati premi e lodi sperticate già a 19 anni: un predestinato. "Premi e parole di considerazione fanno piacere. L’individualismo di ciascuno deve venir fuori, ma va unito al vero senso della musica, a qualcosa che dovrebbe andare oltre l’individuale. Il violoncello lo suonava mio fratello che a un certo punto l’ha buttato via. Io, bambino di 9 anni, per curiosità l’ho preso. All’inizio è stato come un gioco. Compositori preferiti? Dipende dal periodo. Oggi direi Franck e Shostakovich. Mi riconosco nelle loro opere".

Raimondo Montesi