Sessanta secondi tra vita e morte "Li ho visti affogare nel garage"

Parla l’uomo sceso insieme a Diego, Giuseppe e Andrea per salvare le auto: "Arrivava acqua dappertutto"

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di Pierfrancesco Curzi

Sessanta secondi, la differenza tra la vita e la morte nel garage-trappola. La tragedia del condominio di via ex Arceviese 102, a Pianello, poteva avere un bilancio ancora più grave rispetto alle tre vittime, Diego Chiappetti, Giuseppe e Andrea Tisba. Giovedì sera in quattro sono corsi nel garage interrato della palazzina che ospita tra gli altri l’ufficio postale della frazione di Ostra: tre di loro sono stati travolti dalla colata infernale rimanendo sepolti dentro 49mila metri cubi di acqua e fango, un quarto si è miracolosamente salvato: "Io sono sceso in garage dopo di loro, questione di secondi, ma sono stato molto sbrigativo _ torna con la memoria a quella tragedia Claudio Olivi _. Ricordo che mentre percorrevo la rampa in discesa del garage condominiale l’acqua mista a fango stava già tracimando dentro, ma tempo per salvare i nostri mezzi sembrava ci fosse. Ricordo anche la concitazione nostra, le urla di incoraggiamento a fare in fretta.

Il mio garage è quello più in fondo, il più lontano, ma ripeto, io sono rimasto freddo e nel giro di pochi secondi l’ho aperto, sono salito in macchina e ho imboccato la rampa in uscita. Una volta fuori mi sono accorto che il volume d’acqua stava aumentando. Volevo seguire la strada normale, l’ex Arceviese, ma ho visto un vero e proprio muro arrivare da quella direzione, parallela al fiume, perciò ho imboccato contromano la strada che porta al semaforo al centro della frazione.

Meno di un minuto e la mia auto sarebbe stata travolta dai flutti e chissà cosa sarebbe accaduto. Invece così ho evitato il peggio e poi sono salito più in alto, lontano dall’area interessata dall’alluvione, vicino allo stadio, e li ho parcheggiato la mia auto. Ho subito pensato che potesse essere successo qualcosa agli inquilini del mio stabile sotto a quel garage e verso mezzanotte è arrivata la conferma". Il quarto giorno dopo la terribile inondazione l’area è ancora disastrata, ma i soccorritori molto hanno fatto per limitare i danni. Il grosso del fango è stato spalato via, parte delle auto incidentate rimosse, ma dentro il garage ancora nessuno ha toccato niente.

Claudio Olivi, nipote della quarta vittima di Pianello, annegato dentro la sua casa al piano terra a poche centinaia di metri di distanza, pala in mano, sta facendo il possibile: "Hanno cambiato i contatori del gas, ma il fango presente ha richiesto la rimozione _ aggiunge il testimone oculare di quella tragedia. Dentro il garage ci sono ancora le macchine di Diego e Giuseppe e la moto di Andrea (Chiappetti, Tisba e del figlio di 25 anni, ndr.), hanno solo rimosso la Bmw inclinata sull’imboccatura finita lì dall’altro lato della strada. Dentro è molto rischioso entrare e spostare le cose, stiamo aspettando che qualcuno intervenga per pulire e mettere in sicurezza, ovviamente rimuovendo le due vetture rimaste". Mentre Olivi opera per sistemare la rampa sul posto arriva anche la mogie di Diego Chiappetti e l’abbraccio tra il sopravvissuto e la donna è davvero straziante.