Ancona, ragazzina costretta a fare sesso e ricattata

Condannato a 6 anni e sei mesi un operaio anconetano, oggi 23enne, che nel 2016 attirò una sedicenne con l’inganno in un vicolo

Un’altra brutta storia di violenza

Un’altra brutta storia di violenza

Ancona, 14 luglio 2022 - Costretta ad un rapporto sessuale orale, era stata anche ricattata. "Se parli facciamo girare il video che ti abbiamo fatto". Con l’angoscia nel cuore una minorenne, che aveva 16 anni all’epoca dei fatti, si era confidata prima con una amica della madre, poi con il genitore ed infine anche in un centro di ascolto psicologico a scuola che aveva fatto partire la denuncia: violenza sessuale di gruppo, aggravata dalla minore età della vittima.

In due erano finiti nei guai, dopo una indagine lampo fatta dalla squadra mobile. Erano due ragazzi, suoi conoscenti, uno ancora minorenne di cui si è occupato l’apposito tribunale, estinguendo il reato con un percorso di messa alla prova che gli ha evitato il processo, e l’altro 18enne da pochi mesi trattato dal tribunale ordinario.

Per quest’ultimo ieri è arrivata la condanna, davanti al collegio penale presieduto dalla giudice Edi Ragaglia. Gli è stata inflitta una pena di sei anni e sei mesi oltre al pagamento di 40mila euro come risarcimento danni alla vittima.

La Procura, rappresentata dal pubblico ministero Irene Bilotta, aveva chiesto una condanna a nove anni. I fatti risalgono a maggio 2016. Era pomeriggio quando la ragazzina subì l’abuso. Lei pensava di farsi un giretto in centro, in compagnia di amici, invece si è ritrovata in un vicolo costretta a fare sesso e ricattata di non dirlo a nessuno. Il minorenne l’avrebbe costretta a fare sesso orale mentre il maggiorenne condannato ieri, difeso dall’avvocato Fabrizio Del Gobbo, e un terzo ragazzo che non è stato mai identificato, facevano da palo e guardavano la scena. La vittima, seguita dal centro antiviolenza "Donne e giustizia", si era costituita parte civile con l’avvocato Roberta Montenovo.

Durante le indagini su di lei era stata effettuata anche una perizia psicologica, per capire la sua attendibilità nelle confidenze fatte allo psicologo ed era risultata pienamente attendibile e lucida. Era stata sentita poi anche in incidente probatorio.

La minore, che oggi ormai è maggiorenne, si sarebbe fidata di un suo amico, coetaneo, per seguirlo insieme ad altri due ragazzi che conosceva appena, nel centro storico, un sabato pomeriggio. Quella che doveva essere solo una passeggiata si sarebbe trasformata in una sorta di trappola per lei. Lontano da occhi indiscreti sarebbe stata bloccata e costretta dal minore ad avere un rapporto orale. Per non farla parlare le avevano fatto credere di aver ripreso tutta la scena con il cellulare e che erano pronti a divulgare il video se lei li avesse denunciati.

Del video non è stata mai trovata traccia. La difesa del maggiorenne, oggi 23enne, con un lavoro di operaio, farà appello perché si è sempre dichiarato estraneo ai fatti.