Si dà fuoco in Tribunale per il figlio, è morto l’ex bodyguard

Non ce l’ha fatta il 42enne residente a Pesaro: temeva gli portassero via il bambino

Il tribunale dei Minori di Ancona (foto Antic)

Il tribunale dei Minori di Ancona (foto Antic)

Ancona, 2 agosto 2015 - Il suo calvario è finito. Dopo 36 ore di sofferenze, il padre di 42 anni che si è dato fuoco al tribunale dei Minori per il timore che gli portassero via il figlio di 8 anni non ce l’ha fatta: è morto nella notte, intorno alle 4.

L’ex buttafuori, residente a Pesaro ma originario di Bari, aveva deciso di fare il gesto estremo venerdì mattina, proprio perché temeva che suo figlio gli venisse portato via.

Le sue condizioni erano subito apparse disperate, visto che le fiamme avevano prodotto danni irreversibili: l’80% del suo corpo era coperto da ustioni anche di terzo grado. Le sue condizioni non sono mai migliorate, al punto che i medici dell’ospedale di Torrette avevano ritenuto del tutto inutile un trasferimento in uno dei centri specializzati in grandi ustioni. Alle 4.40 di ieri il cuore del pesarese ha cessato di battere.

 

Il 42enne è rimasto lucido fino al momento in cui ha avvicinato la fiamma al suo corpo ricoperto di liquido infiammabile. Poche ore prima era uscito di casa, a Pesaro, annunciando di voler farla finita. In sella al suo scooter ha coperto i circa 70 chilometri fino al capoluogo di regione ed è arrivato in via Cavorchie.