"Si vive tra ratti e siringhe Qui è una giungla sul Viale"

Viaggio nello stato di abbandono della Fondazione Albertini in pieno centro "Siamo prigionieri del degrado e i ragazzi disabili che vengono hanno difficoltà"

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"L’erba alta che sembra una selva e una strada dissestata con buche un po’ ovunque. Un tombino aperto che (com’è ovvio) dà su una fogna che quando si riempie emana cattivi odori dalle tubature sottoterra". È questo lo stato della fondazione Albertini, la cui vegetazione incolta è stata fotografata da alcuni passanti, che hanno contattato il Carlino. Decidiamo di entrare e di verificare coi nostri occhi la presenza di "siringhe e ratti", come ci è stato segnalato. Il complesso residenziale su due edifici è adibito, per una parte, ad uso ufficio. Lo stabile, che si trova ai civici 37 e 39 del viale della Vittoria, è uno delle più affascinanti costruzioni fasciste della città e nel tempo venne persino usato come rifugio antiaereo. Ora, invece, almeno all’esterno, appare allo stato brado. Il colonnato che segna l’ingresso non ha più il cancello, ma una sbarra elettrica. Il cancello di ferro, invece, c’è ancora nella seconda entrata, al 39. Percorriamo una strada asfaltata e dissestata fino ad arrivare al portone interno. Qui – ci dicono – ci sono i locali che ospitano ‘La carovana’, fondazione che si occupa di persone disabili e talvolta con difficoltà motorie. Decidiamo di entrare: il sottoscala è invaso da un frigorifero rotto e da diversi passeggini, contornati da cartacce e scatoloni. Robert (omettiamo il cognome per motivi di privacy) ci spiega che "qui risulta difficile passare con le carrozzine. Tra l’altro, qualche nostro ragazzo ha bisogno di essere sostenuto perché cammina male e un intervento completo di asfaltatura servirebbe eccome".

La vegetazione? "Il Comune non taglia l’erba da almeno due anni. Ricordo che prima dell’ultimo intervento sembrava di stare nella foresta Amazzonica". In una parte dello stabile, dicevamo, lavorano i dipendenti comunali, mentre nel retro abita la gente. C’è un ingresso anche da via Trieste, di fronte alla banca Unicredit. Basta affacciarsi per vedere "sedie rovesciate sui tavolini e reti divisorie divelte".

La fondazione Albertini era originariamente nata per dare un tetto a cittadini bisognosi e ora invece – da quanto ci viene riferito – la proprietà è del Comune. Tanto che chi abita questo edificio paga un canone mensile. Una residente comincia a dire "di un sopralluogo dell’Asur di qualche giorno fa. Le pare normale che siamo invasi da zanzare e insetti per come viene tenuto questo cortile?" e indica le transenne di legno, ormai fradice. Una signora racconta che in passato avrebbe "trovato ratti e siringhe" e chiede "un intervento urgente di riqualificazione dell’area, perché così non possiamo andare avanti". Ratti che – segnala qualcuno – passeggiano anche in via Piave. Ieri, la carcassa di un topo era davanti al civico 15.

n.m.