"Siccità, chiederemo lo stato d’emergenza Pronte ordinanze per risparmiare l’acqua"

L’annuncio dell’assessore regionale Aguzzi per affrontare la crisi idrica. La Protezione civile: "Ma ancora non c’è un allarme conclamato"

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"Noi sicuramente richiederemo lo stato d’emergenza". È deciso l’assessore regionale all’Ambiente Stefano Aguzzi nell’annunciare le prossime azioni per far fronte alla crisi idrica. A margine della seduta consiliare l’assessore regionale ha annunciato che oggi si confronterà con la Protezione civile delle Marche e con i prefetti delle cinque province per fare un punto sull’emergenza siccità. "Sono già iniziati i problemi per la zootecnia in qualche area di montagna dove si porta l’acqua per gli animali con le autobotti così come in agricoltura dove chi preleva dai fiumi comincia ad avere delle difficoltà – continua Aguzzi – In alcuni luoghi cominciamo ad attenzionare anche l’approvvigionamento di acqua potabile per le nostre case ad esempio nel Pesarese e nel Fanese dove si prende l’acqua dal fiume Metauro che comincia a soffrire. Domani (oggi, ndr) faremo il punto e successivamente partirà una lettera di invito a tutti i Comuni marchigiani per chiedere di portare avanti una serie di ordinanze che invitino i cittadini al risparmio idrico".

Nel lungo periodo secondo Aguzzi "si devono progettare nuovi invasi mentre nel medio-breve termine è necessario sollecitare la pulizia degli esistenti". "Noi – aggiunge l’assessore regionale – potremmo ragionare anche sulla possibilità di realizzare nuovi invasi nelle Marche perché immagazzinare l’acqua quando piove è la cosa più semplice – premette Aguzzi – ma già pulire gli esistenti darebbe una risposta. Faccio un esempio: lungo il fiume Metauro sono presenti tre dighe che se fossero pulite darebbero 1,5 milioni di metri cubi d’acqua in più e questo ci garantirebbe due mesi di autonomia. In poche parole, una crisi idrica di diverse settimane, come quella attuale, sarebbe affrontata rilasciando acqua da questi invasi senza dover attivare scorte d’emergenza dai pozzi. Le criticità maggiori per le Marche riguardano il Pesarese e l’entroterra montano dove si sta portando l’acqua con le autobotti".

A fare il punto è anche il capo della Protezione civile regionale delle Marche Stefano Stefoni: "Oggi ci confronteremo con Prefetture, Ato e Anci per concordare azioni preventive alla limitazione d’uso delle risorse idriche. Nelle Marche al momento non c’è una emergenza conclamata – spiega – anche se stiamo monitorando il fiume Metauro e il fiume Tronto che mostrano già a giugno un livello d’acqua che solitamente vediamo solo ad estate inoltrata". Obiettivo del confronto? "Uniformare le strategie di intervento a livello regionale". Tra le possibilità al vaglio "l’uso non indiscriminato della risorsa idrica per alcune aree".

Sara Ferreri