Ancona, abbattuti altri tre silos al porto dorico

Un’enorme nuvola di polvere si è alzata dall’area dopo la nuova esplosione

Abbattuti altri silos

Abbattuti altri silos

Ancona, 21 maggio 2019 - Pezzo dopo pezzo l’abbattimento dei silos va avanti, ma non è ancora certo che la prima delle due ‘stecche’, quella più grande (utilizzata fino allo scorso anno dalla Silos Granari) riesca ad essere tirata giù prima del 20 giugno. Una data spartiacque quella dell’inizio della stagione estiva, quando i lavori di demolizione, stando all’ordinanza, dovranno necessariamente fermarsi per non intralciare le operazioni di sbarco ed imbarco, passeggeri in particolare. Ieri mattina, sempre poco dopo le 10, la ditta specializzata nelle demolizioni con esplosivo, la Siag, è tornata in azione a distanza di alcune settimane dall’ultimo intervento. Ieri, come allora, sono stati tre i cilindri ad essere tirati giù in pochi secondi, una fila sempre sul lato mare: il solito botto successivo alla fiammata nella parte inferiore dei silos, poi la caduta di lato, non un’implosione, e i tre pezzi di cemento sono andati in frantumi al contatto col terreno.

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Come nelle altre occasioni, la demolizione ha provocato un effetto simile ad una esplosione di guerra, con tanta polvere sollevata attorno all’area portuale dove si trovano gli ormai ex impianti granari, tra il rimessaggio delle vongolare fino alla banchina 22, in corso di ristrutturazione. Per un paio di minuti l’area è stata oscurata dall’enorme mole di polvere, ma nessuna preoccupazione per la qualità dell’aria. Come aveva già riferito in un’intervista al Carlino al tempo delle prime demolizioni l’artificiere Danilo Coppe, si tratta, per la maggior parte, di rimasugli di granaglie rimaste all’interno dei silos e altre polveri assolutamente non dannose per l’ambiente. Lo stesso Coppe, inoltre, aveva escluso, per fare chiarezza al di là delle fake news diffuse sui social, la presenza di amianto all’interno o all’esterno degli impianti.

L'abbattimento dei silos con le opere di Blu ed Ericailcane (foto Emma)
L'abbattimento dei silos con le opere di Blu ed Ericailcane (foto Emma)

Ora, in pratica, del primo impianto di silos resta una metà quasi esatta che dovrebbe, sempre con il condizionale d’obbligo, andare giù entro un mese. Molto dipenderà da quanto le ruspe riusciranno a demolire in attesa che la squadra degli artificieri torni in azione. La seconda parte dell’impianto maggiore si trova verso nord e bisognerà studiare le traiettorie per la caduta dei cilindri. Abbattuta la prima ‘stecca’ si passerà alla seconda, e penultima, rimasta in piedi, con meno contenitori, appena 12, ma più rialzati, un tempo utilizzati dalla Sae, altra azienda specializzata in granaglie.