Sindaci ascoltati per ore, caccia alle prove

A Ostra ieri mattina i militari sono rimasti a lungo con Federica Fanesi. La procuratrice Garulli: "Siamo in fase di raccolta documentale"

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Sentiti per ore dai carabinieri per sapere per filo e per segno cosa hanno fatto giovedì scorso, giorno dell’alluvione e dei morti, quando all’ora di cena era ormai chiaro che stava arrivando un enorme quantitativo di acqua esondata dal fiume Misa. Sotto torchio i sindaci dei Comuni interessati dall’alluvione. Alcuni sono stati già ascoltati a sommarie informazioni tra ieri e sabato e non sono formalmente indagati. Si raccolgono di fatto le loro testimonianze e la collaborazione è stata data da tutti. Ad Ostra, dove ieri mattina i militari del Nucleo Investigativo e i forestali sono arrivati alle 9, sono rimasti a lungo con il primo cittadino Federica Fanesi. "La priorità della Procura della Repubblica è di garantire l’acquisizione di fonti di prova per la ricostruzione dell’evento – ha detto la procuratrice capo Monica Garulli - . Ci sono acquisizioni documentali e testimoniali, tutti quello che può concorrere a ricostruire esattamente l’evento del 15 settembre". Sotto esame i sistemi di allerta messi atto nel pieno della emergenza, se ci sono stati o meno e come sono stati effettuati, e anche i rapporti intercorsi in quelle ore tra Comuni e Regioni. Non tanto per il famoso bollettino meteo di allerta gialla emesso per quella giornata, ma non riconducibile poi alle zone a monte interessate, quanto a quello che è intercorso dopo, quando si è iniziato a capire che arrivava tanta acqua. Sull’allerta iniziale infatti la stessa procuratrice sottolinea, evidenziando una situazione diversa dall’alluvione di Senigallia del 2014, che "dal punto di vista della dinamica eventi è che qui non c’è stata una allerta da parte della Regione nei confronti dei Comuni e che le vittime hanno interessato principalmente i comuni a monte del fiume Misa diversamente dalla diversa vicenda dove le vittime riguardavano il centro abitato di Senigallia". Materiale e testimonianze serviranno a capire anche la dinamica idraulica (come si è mossa l’acqua arrivata) e a come si è sviluppata l’ondata di piena. Poi sarà da accertare anche la dinamica in cui i morti hanno perso vita. Sul fronte salme, quelle esaminate, sono morte per annegamento. Le tac fatte alle vie respiratorie hanno evidenziato che erano piene di acqua e fango. La Procura sta già procedendo con i nullaosta per ridarle ai familiari. va verso nullaosta x ridarle ai familiari. La Procura attende anche l’informativa sui feriti, una cinquantina, per procedere poi anche per il reato di lesioni. Il fascicolo fino a ieri era ancora per inondazione colposa e omicidio colposo plurimo, a carico di ignoti. La procuratrice Garulli ha espresso "sentimento di vicinanza alle famiglie delle vittime e ai soccorritori instancabili che stanno facendo un ottimo lavoro sin dal primo giorno".

Marina Verdenelli