Smottamenti e degrado, via Cialdini chiede aiuto: "Non abbandonateci"

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"Smottamenti, sampietrini ammassati e poca pulizia": via Cialdini chiede aiuto. Soffre lo storico quartiere di Capodimonte, nel pieno centro storico della città. All’altezza del civico 65 – dove ci sono le case popolari di proprietà del Comune (gestite dall’Erap) – le "transenne di legno giacciono sul margine della carreggiata da circa due anni", come spiega Carla Draghi, una delle residenti del rione. Insieme alla signora Quartina ci mostra le condizioni della parte alta di via Cialdini. "Di fronte casa nostra, ci sono dei sampietrini ammassati sul marciapiede. Si tratta della pavimentazione stradale che è stata rimossa per fare dei lavori sulle tubature". Il centro della carreggiata, per il momento, è asfaltato, ma – stando a quanto riferiscono i residenti – pare che i sampietrini, poi, verranno correttamente riposizionati su strada.

Ma a sorprendere di più sono le transenne davanti al civico 65. Riflette Carla: "Il Comune aveva fatto un primo intervento nel 2020 per recintare l’area, poi più nulla. Muretto e sampietrini continuano a crollare. Giorni fa, sono venuti giù dei grossi massi. E io, che sono invalida, ci inciampo. Cresce l’erbaccia e le transenne sono ormai vecchie". Recentemente, sembra che l’ufficio manutenzioni sia intervenuto per sostituire le travi di legno che delimitano l’area: "Il nastro bianco e rosso è ormai solo bianco, poiché negli anni il sole l’ha scolorito". "Ci sentiamo abbandonati – commentano Carla e Quartina – c’è poca pulizia, gli operatori dii AnconAmbiente non li vedo quasi mai qui". In effetti, c’è del fogliame secco accatastato da un lato, con pezzi di plastica e di carta. "E che dire degli alberi sul retro? Non vengono potati da anni, nessuna bonifica. Di conseguenza, ci sono topi e zanzare. Una volta, da qui vedevo il mare. C’era una vista stupenda, ma ora questi alti arbusti, oltre ad essere pericolosi con le intemperie, ostacolano la visuale. Eppure, questo è un quartiere storico, perché non valorizzarlo?".

Nicolò Moricci