"Sono scappata da quell’uomo che mi picchiava e umiliava"

Ha preso il primo bus e non è più tornata, cercando riparo nel 1522. Ora è inserita in un percorso protetto, il marito è stato in carcere

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Tre figlie, 37 anni di matrimonio alle spalle, un marito violento che le ha tolto la libertà di truccarsi, di uscire con le amiche, di essere semplicemente libera anche solo di parlare. Oggi ce l’ha fatta, prova a rifarsi una vita, in una casa protetta che, chiamando il numero verde 1522, una associazione che fa parte di una rete messa in piedi per stare vicino alle donne in difficoltà, le ha trovato per sfuggire alle botte "che ormai erano diventate giornaliere" e ritrovare "la pace e la sensazione di sentirmi al sicuro". E’ la storia di Barbara, il nome è di fantasia per tutelare la sua privacy, 53 anni, che ha deciso di raccontare al Carlino la sua vicenda proprio nel giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra oggi. "Ero arrivata a pensare che quello che mi succedeva era normale – spiega Barbara – che in casa un marito sia violento, che faccia il padre padrone, che il matrimonio fosse quello, accettare, subire, perché se lui in fondo reagiva ero io che avevo sbagliato. Vedendo le mie figlie sposate a mariti premurosi e amorevoli, dove non c’erano le botte e tutto era molto più bello, ho capito che il matrimonio era quello che vivevano le mie figlie, non il mio". Così due anni fa la 53enne, che ha vissuto in provincia di Ancona parte delle violenze subite, ha lasciato l’uomo che ha sposato quando aveva 16 anni. "Avevo fatto la valigia perché ero stanca della situazione – racconta Barbara – lui aveva iniziato anche a drogarsi. Ricordo che mi chiuse dentro un appartamento e mi ha fracassato di botte, l’ennesimo episodio. Picchiò anche mia figlia che era intervenuta per aiutarmi. Siamo finite tutte e due in ospedale, io con un polso rotto, lei con la fronte spaccata. E’ stata mia figlia che mi ha dato la forza, mi ha detto ‘mamma denuncialo, questo ti ammazza’. Così ho fatto, poi ho preso il primo autobus e sono fuggita". Grazie al numero verde 1522, che ha chiamato, Barbara è stata inserita in un percorso protetto e ora si trova in una località segreta. Il marito è finito in carcere per stalking e maltrattamenti, condannato a tre anni ed otto mesi. "Appena mi sono sentita al sicuro – continua la donna – ho voluto incontrarlo in carcere, per dirgli tutto quello che pensavo di lui e liberarmi di questo peso. Adesso sono nonna, mi sento libera, non ho ancora una casa tutta mia ma sto imparando un mestiere per poter essere presto indipendente. C’è ancora da combattere, non è facile trovare un lavoro a questa età ma indietro non voglio tornare. Alle donne dico di fuggire prima di come ho fatto io perché un uomo violento non cambierà mai, nemmeno se vi chiede scusa".

ma.ver.