Spese facili in Regione, assolti dopo sei anni

La sentenza della Corte d’Appello per i consiglieri Stefania Benatti, Giovanni Zinni, Adriana Mollaroli e Lidio Rocchi: le motivazioni

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Prima avevano scampato il processo, poi erano dovuti tornare davanti al giudice e portarsi a casa una condanna. Adesso sono stati di nuovo giudicati innocenti. Il tira e molla giudiziario delle Spese facili in Regione torna a dare ragione agli ex consiglieri Stefania Benatti, Adriana Mollaroli e Giovanni Zinni. Dopo sei anni di tribunali, la Corte di Appello di Ancona li ha assolti tutti e tre. Benatti e Mollaroli (avevano preso un anno in primo grado) "perché il fatto non sussiste", Zinni (era stato condannato ad un anno e otto mesi) "perché il fatto non costituisce reato".

Gli ex consiglieri regionali facevano parte dei cinque imputati che avevano optato per i riti abbreviati (c’era anche l’attuale presidente della Regione Acquaroli che venne assolto), a novembre 2019, dopo che le loro posizioni erano tornate davanti al gup, per l’annullamento della Corte di Cassazione alla quale era ricorsa la Procura che non aveva digerito il non luogo a procedere deciso a suo tempo dalla gup Francesca Zagoreo nel 2016. Oltre a loro l’abbreviato era stato optato anche da Lidio Rocchi (condannato in primo grado a due anni) e per lui la Corte di Appello di Ancona si è pronunciata con un "non luogo a procedere" per sopraggiunta prescrizione.

A tutti era contestato il peculato perché avrebbero utilizzato fondi pubblici non per le attività istituzionali che ricoprivano ma per spese private. Contestati pranzi, cene, trasporti, consulenze per oltre 1 milione di euro tra il 2008 e il 2012. L’avvocato di Benatti e Mollaroli (ex consigliere del Pd), Marina Magistrelli, aveva subito annunciato il ricorso in appello perché sosteneva che c’erano errori evidenti. "La consigliera Mollaroli era in commissione ad Ancona e gli è stata attribuita una spesa non sua a Roma – aveva osservato la Magistrelli – per la Benatti i 192 euro contestati per i servizi telematici erano previsti dalla legge regionale".

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