Spese pazze regione Marche, condannati quattro ex consiglieri

Sono Lidio Rocchi, Giovanni Zinni, Adriana Mollaroli e Stefania Benatti. Assolto Francesco Acquaroli. Sono 55 quelli rinviati a giudizio

Da sinistra Adriana Mollaroli, Stefania Benatti, Giovanni Zinni e Lidio Rocchi

Da sinistra Adriana Mollaroli, Stefania Benatti, Giovanni Zinni e Lidio Rocchi

Ancona, 12 novembre 2019 - Tre anni fa erano scampati al processo con un non luogo a procedere deciso dal gup Francesca Zagoreo ma ieri, dopo l’annullamento della Corte di Cassazione alla quale era ricorsa la Procura e che aveva fatto tornare le posizioni di nuovo al giudice dell’udienza preliminare, sono arrivate le prime 4 condanne e una assoluzione per i consiglieri regionali e gli addetti ai gruppi consiliari finiti nella maxi inchiesta delle Spese pazze in Regione.

Il giudice Francesca De Palma si è espressa su chi ha scelto il giudizio abbreviato. Ad eccezione di Francesco Acquaroli, oggi deputato di Fdi, che è stato assolto perché il fatto non sussiste, per gli altri che avevano optato per il rito alternativo il gup ha condannato Lidio Rocchi a due anni per cinque contestazioni di spesa pari a 29.500 euro, un anno e otto mesi a Giovanni Zinni per 9.110 euro di spese contestate, un anno alla fanese Adriana Mollaroli per sette voci di spesa riconosciute (su 39 che la Procura contestava quindi per 32 è stata assolta) e pari a 856 euro e un anno a Stefania Benatti per dieci spese pari a 2.325 euro (la Procura ne contestava 50, per 40 quindi assolta).

Per gli ex consiglieri condannati il gup ha deciso anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per la durata della pena inflitta (sospesa in caso di appello). Le motivazioni usciranno tra 90 giorni. Per gli altri 55 che non hanno fatto richiesta di riti alternativi, il gup ha chiesto il rinvio a giudizio e il processo inizierà il 3 giugno del 2020 davanti al collegio penale. Tra quelli che andranno a processo c’è l’attuale assessore regionale Angelo Sciapichetti, l’ex presidente della Provincia Enzo Giancarli, l’ex sindaco di Osimo Dino Latini, l’ex consigliere Daniele Silvetti, l’ex assessore regionale Almerino Mezzolani e anche l’ex candidato a sindaco di Falconara Marco Lucchetti.

A tutti, sia i condannati (con pena sospesa) che i rinviati a giudizio, è contestato il peculato perché avrebbero utilizzato fondi pubblici non per le attività istituzionali che ricoprivano ma per spese private. Contestati pranzi, cene, trasporti, consulenze per oltre 1 milione di euro tra il 2008 e il 2012. L’avvocato di Benatti e Mollaroli (ex consiglieri del Pd), Marina Magistrelli, annuncia il ricorso in appello perché ci sarebbero degli errori evidenti. «La consigliera Mollaroli era in commissione ad Ancona e gli è stata attribuita una spesa non sua a Roma – ha osservato la Magistrelli – per la Benatti 192 euro contestati per i servizi telematici erano previsti dalla legge regionale, forse il giudice li ha scambiati per sms telefonici». Zinni ha commentato la condanna dicendosi «esterrefatto, gli incarichi di collaborazione erano attinenti le attività consiliari, una di queste contribuì a farmi presentare un disegno di legge poi approvato, farò appello».