PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Spostare i traghetti extra Schengen dallo scalo antico all’area ex silos: ci sono problemi di inquinamento

E’ il diktat che si alza nello scalo dopo la "lite" solo in parte ricomposta tra Comune e Authority. Anche uno studio commissionato diceva la stessa cosa. Il nuovo Prg dovrà sistemare tutto.

E’ il diktat che si alza nello scalo dopo la "lite" solo in parte ricomposta tra Comune e Authority. Anche uno studio commissionato diceva la stessa cosa. Il nuovo Prg dovrà sistemare tutto.

E’ il diktat che si alza nello scalo dopo la "lite" solo in parte ricomposta tra Comune e Authority. Anche uno studio commissionato diceva la stessa cosa. Il nuovo Prg dovrà sistemare tutto.

Spostare i traghetti extra Schengen dalle banchine del Porto Antico a quelle ex silos senza interferenze. Un diktat quello che si alza a gran voce in ambito portuale alla luce dello strappo istituzionale, ricucito solo in parte, tra sindaco e presidente dell’Ap. La discussione in libertà è aperta all’interno degli ambienti coinvolti nella vita produttiva dello scalo dorico, posizioni diverse che rischiano di creare un muro contro muro pericoloso. Del resto il disegno di una nuova ubicazione per gli attracchi di almeno due navi passeggeri, quelle dell’Adria Ferries che collegano Ancona a Durazzo e i traghetti croati più piccoli, figurava nei piani della vecchia leadership sia dell’Autorità portuale che del Comune, da Rodolfo Giampieri a Valeria Mancinelli. Posizioni non casuali e basate anche su uno studio commissionato dalla stessa Autorità portuale anni fa che prendeva in esame alcune interessanti simulazioni.

In particolare l’impatto dei fattori inquinanti provocati dall’attracco di queste navi nella posizione attuale, banchine 8-11, messi a confronto con le stesse emissioni delle stesse navi ormeggiate però dalla 19 alla 21. Lo studio in questione era collegato al PIA 1, il piano coordinato dal professor Floriano Bonifazi e finanziato proprio dai due enti poc’anzi nominati, oltre alla Regione. Ossido di azoto, biossido di zolfo, polveri sottili, ma anche l’incidenza del rumore sono i fattori inquinanti ambientali presi in esame e il risultato delle simulazioni chiarisce come lo spostamento di almeno quei traghetti dall’altra parte del porto sia una buonissima idea sotto il profilo ambientale. Un quinto del traffico è in grado di produrre la stragrande maggioranza di inquinamento. Stiamo parlando dei traffici extra Shengen, Albania e Montenegro, oltre ai collegamenti con la Croazia, generano solo il 21% dei traffici RO/Pax totali su Ancona, ma a causa delle pratiche doganali di imbarco-sbarco, producono l’80% dell’inquinamento complessivo visti i tempi necessari allo smaltimento delle operazioni. Ecco perché quelle navi andrebbero spostate di là e ormeggiate con la poppa verso est, verso l’area in frana tra il Borghetto e Torrette e comunque fuori dalla ‘conca’ del porto a ridosso della città. Una scelta, come accennato all’inizio, non condivisa da tutti. In attesa della ‘Penisola’, inoltre, per cui bisognerà attendere almeno una decina di anni (l’ipotesi più ottimistica), altri armatori vorrebbero spostare le navi passeggeri nel porto commerciale per facilitare le operazioni invece di dover entrare nell’imbuto tra Mandracchio, Mole e varco Da Chio, fino alle facility all’ombra del Duomo. La riscrittura del Piano regolatore del porto, dopo il caos delle scorse settimane, dovrebbe sistemare anche questo dettaglio.