Stefania Viterbo investita e uccisa a Montemarciano, i genitori: "Si faccia luce"

Lo chiedono con forza i familiari della 39enne falciata insieme al fidanzato. Domani i funerali

Stefania Viterbo, travolta e uccisa in bici a Marina di Montemarciano

Stefania Viterbo, travolta e uccisa in bici a Marina di Montemarciano

Montemarciano (Ancona), 19 giugno 2022 - E’ partita ieri alla volta di Triggiano, in provincia di Bari, la salma di Stefania Viterbo, la 39enne morta giovedì notte dopo essere stata travolta, insieme al compagno 42enne Alberto Catani, da una Panda sul lungomare di Marina di Montemarciano (foto). Triggiano è infatti la città che Stefania aveva lasciato da pochi mesi per raggiungere l’amato fidanzato e iniziare con lui una vita assieme, nelle Marche. Nella sua città, la tragica notizia si è diffusa subito anche perché la 39enne era molto conosciuta e apprezzata soprattutto per il fatto di svolgere un lavoro a stretto contatto con le persone, quello di parrucchiera.

Incidente Marina di Montemarciano, lo zio di Alberto Catani: "L’aperitivo. Poi la morte"

I funerali, fissati ieri, si terranno domani, alle 10, nella chiesa di San Giuseppe Moscati. La camera ardente verrà invece allestita oggi, dalle 8 alle 13. Stefania Viterbo lascia i genitori Filippo e Maria Stella, il fratello Gianluca e la sorella Maria Rosaria, che ora chiedono con forza che sia fatta piena luce su questa inspiegabile tragedia e giustizia per la loro cara e, per questo, attraverso il consulente legale per le Marche Andrea Polverini e l’Area Manager Puglia e responsabile della sede di Bari, Sabino De Benedictis, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, unitamente, per la parte strettamente penale, all’avvocato Massimo Cesca, del Foro di Macerata.

Migration

La tragedia che ha visto morire la giovane coppia era avvenuta intorno alle 23.30 di giovedì, mentre i due stavano appunto tornando in bicicletta, insieme, verso casa. Ad un certo punto sono stati falciati dalla Panda, alla cui guida si trovava una 38enne del posto, insieme alla figlioletta di 7 anni, rimaste illese dall’incidente che le aveva viste andare addosso anche contro un camper, la staccionata, un parchimetro poi divelto e quindi un gommone. La tragedia si era consumata lungo il tratto del lungomare tra lo Chalet Beach e Nialtri, lungo la corsia in direzione di Falconara sulla quale viaggiava sia la coppia in bici, che la donna alla guida dell’auto.

I corpi dei due fidanzati sono invece stati scagliati a 20 metri di distanza dal punto di impatto e, ciò, a causa a causa della violenza con il quale è avvenuto. Stefania, è morta sul colpo e Alberto poco dopo. I due non hanno neppure avuto il tempo di rendersi conto del loro tragico destino tanto che il Sostituto Procuratore, Andrea Laurino, non ha tuttavia ritenuto necessario disporre l’autopsia sulle due vittime, essendo chiaro che il decesso è stato dovuto ai gravissimi politraumi conseguenti dall’investimento. Già nella giornata di venerdì ha infatti dato il nulla osta per la sepoltura e, con esso, la possibilità alle due famiglie di origine di fissare la data dei funerali.