CronacaStrage di Corinaldo, l’ottavo della banda dello spray condannato a dieci anni

Strage di Corinaldo, l’ottavo della banda dello spray condannato a dieci anni

Riccardo Marchi, bolognese, deve rispondere di omicidio preterintenzionale furto, rapina e lesioni. Il suo legale: "E’ una pena assolutamente sproporzionata"

Ancona, 23 maggio 2023 – E’ arrivata la condanna anche per l’ottavo membro della banda dello spray che avrebbe agito alla Lanterna Azzurra di Corinaldo. Riccardo Marchi, 24 anni, bolognese, ha preso 10 anni e 5 mesi di carcere per la strage di Corinaldo, quella dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni. La sentenza è di ieri, emessa dalla gup Francesca De Palma, e l’imputato (assente in tribunale) procedeva con il rito abbreviato.

Il verdetto è arrivato a cinque mesi da quello che, in Cassazione, ha visto ormai le condanne definitive per il resto della banda, sei giovani poco più che ventenni, tutti della Bassa Modenese (un settimo del gruppo è morto in un incidente stradale prima che finisse a processo), e a più di cinque anni dai tragici fatti. I sei avevano preso condanne fino a 12 anni di carcere. I pubblici ministeri Valentina Bavai e Paolo Gubinelli avevano chiesto per Marchi una condanna a 12 anni ma la sentenza è stata minore pur riconoscendo tutte le accuse sostenute anche al resto della banda, ad eccezione dell’associazione a delinquere, quali l’omicidio preterintenzionale plurimo, furto, rapina e lesioni.

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"E’ una pena inferiore rispetto alle posizioni per cui c’è stata già condanna a titolo definitivo – ha commentato l’avvocato Cristiano Prestinenzi, il difensore di Marchi -. Naturalmente non ne siamo contenti perché l’impostazione è quella della non responsabilità del Marchi rispetto alla vicenda e ad ogni modo la pena è assolutamente sproporzionata. Quasi certamente verrà fatto appello però attendiamo le motivazioni e il percorso argomentativo che ha portato la giudice alla condanna. Non è tanto il profilo della presenza o meno di Marchi in discoteca, il gip si era già pronunciato in fase di rigetto dell’istanza cautelare all’epoca che era sulla partecipazione del mio assistito, non idonea a dover generare quello che conosciamo, le conseguenze nefaste. E’ venuto fuori un ruolo marginale ed ininfluente per lui così come lo è stato per altre posizioni che in realtà non hanno neanche subito un processo. C’erano molte altre persone quella sera a Corinaldo".

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Le motivazioni usciranno tra 90 giorni. L’imputato è stato processato solo sulle carte dell’indagine. La gup aveva respinto la richiesta della difesa di un rito abbreviato condizionato a sentire due testimoni ritenuti importanti per dimostrare che l’imputato quella notte non sarebbe stato in discoteca e non avrebbe avuto nessun ruolo su quanto accaduto. Marchi non conoscerebbe gli altri della banda, ad eccezione di Andrea Cavallari, con cui avrebbe condiviso l’auto per arrivare in discoteca, su di lui non c’è stata mai nessuna misura cautelare chiesta e attualmente è libero.

La sua posizione era emersa in un secondo momento come componente della banda, approfondendo elementi sui primi componenti del gruppo specializzato in furti di monili d’oro, e dopo la richiesta delle misure cautelari dei sei arrivate a pochi mesi dai fatti. Il ruolo del 24enne non era stato ancora bene definito e solo nel 2021 la procura chiese il processo anche per lui ritenendolo responsabile, al pari degli altri sei giovani, dei morti di Corinaldo.