Strage di Corinaldo, perizie a rischio nullità

L’eccezione sollevata dall’avvocato Magistrelli dovrà essere valutata dal giudice

Migration

di Marina Verdenelli

Strage di Corinaldo, le perizie tecniche irripetibili conferite dalla Procura a dicembre 2018, a due consulenti tecnici, per analizzare l’interno della Lanterna Azzurra, rischiano di essere nulle. Le eccezioni sulla loro inutilizzabilità sono state sollevate ieri dagli avvocati dei nove imputati nel processo bis della discoteca trappola dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni. Una folla in fuga dal locale da ballo, per una sostanza urticante spruzzata in aria da una banda di ladri di collanine, li schiacciò provocando 200 feriti. Davanti alla giudice Francesca Pizii è in corso il giudizio sulle responsabilità amministrative, relativo ad accertare le responsabilità sulla sicurezza della Lanterna azzurra, di chi aveva rilasciato i permessi per il locale da ballo. A processo sono finiti in nove. Sotto accusa c’è la commissione di vigilanza, oltre a due ingegneri e ad un socio della Magic Srl, la società che gestiva la discoteca, e tra questi rientra anche il sindaco di Corinaldo Matteo Principi. I reati contestati a vario titolo sono cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni, disastro colposo, falso ideologico e apertura abusiva di un locale. Il dibattimento ancora non è entrato nel vivo perché siamo ancora alle questioni preliminari. L’avvocato Marina Magistrelli, che difende l’ex primo cittadino e rappresenta la difesa anche di altri due imputati, Massimo Manna (tecnico del Comune di Corinaldo) e Rodolfo Milani (vigile del fuoco), anche loro della commissione, ha presentato due eccezioni chiedendo per i suoi assistiti la nullità del decreto di citazione a giudizio per l’inutilizzabilità della consulenza tecnica irripetibile redatta dall’ingegnere civile dell’Arma dei carabinieri Marcello Mangione e per l’indeterminatezza e genericità della imputazione racchiusa in 14 pagine. Questioni su cui si sono poi associati anche gli altri difensori chiedendo la nullità anche della perizia fatta dal consulente Costanzo Di Perna, professore ordinario di Fisica e Tecnica Ambientale all’Università di Ingegneria di Ancona. Con Mangione dovevano fotografare lo stato dei luoghi della discoteca, le vie di fuga, gli impianti, rispetto alla autorizzazione per l’attività di pubblico spettacolo rilasciata il 20 ottobre del 2017 dallo sportello unico delle attività produttive dell’Unione di Comuni Misa-Nevola alla società che gestiva il locale e rispetto anche al sopralluogo fatto dalla commissione di vigilanza il 12 ottobre del 2017. Due atti irripetibili a cui gli imputati non hanno potuto partecipare perché indagati solo successivamente. Per gli avvocati però dovevano essere ugualmente informati in quanto i quesiti posti dal pubblico ministero Paolo Gubinelli ai consulenti li riguardavano da vicino. La giudice si è riservata rinviando la decisione all’udienza del 25 luglio.