"Strage, sul ponte dovevano esserci i nostri figli"

Fazio Fabini, papà di Emma: l’opera appena inaugurata sia un segnale e un monito per la sicurezza, non deve accadere mai più

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"Non deve più accadere". Venerdì, dopo nove mesi di lavori, è stato inaugurato il ponte degli Angeli dell’8 dicembre 2018. Il nuovo manufatto è stato costruito sulle ceneri del ponte 2 Giugno, che ormai da quasi cinque anni mostrava seri problemi strutturali. La giunta Olivetti ha voluto omaggiare Daniele Pongetti, Emma Fabini, Mattia Orlandi, Benedetta Vitali, Asia Nasoni, Eleonora Girolimini, i cinque minorenni e la mamma deceduti nella strage di Corinaldo. Come suggerisce l’intitolazione, questo ponte porta con sé un valore simbolico ulteriore rispetto l’utilità primaria della struttura, rappresentando infatti la volontà di ricostruzione e ripartenza dopo un evento drammatico. Con un post su Facebook, sull’intitolazione del ponte è intervenuto Fazio Fabini, il papà di Emma: "Il 2 luglio il ponte che unisce il corso 2 Giugno e via Carducci è stato intitolato agli Angeli dell’8 dicembre 2018. Qualcuno, passandoci sopra, penserà alla vita spezzata di cinque adolescenti e una mamma, altri continueranno a chiamarlo il ponte in fondo al corso. Rimarrà comunque un manufatto. In ogni caso, qualunque componente della nostra società deve pensare di avere un debito nei confronti di questi ragazzi – le parole di Fabini –. Passando lì sopra, ognuno deve ricordare quei ragazzi che, senza nessuna colpa, invece di stare al mare, giocare a calcio o altro, non ci sono più. Perchè non sono solo nomi sulla carta stampata o incisi nel marmo, ma erano ragazzi pieni di vita. Poi, subito dopo, fare in modo che tutto questo non accada mai più, ma, per chi ha cuore per farlo, pensare che anche Emma, Asia, Benedetta, Mattia, Daniele e Eleonora avrebbero voluto attraversare quel ponte in fondo al corso". Parole che sono state condivise da Giuseppe Orlandi, il papà di Mattia, che è voluto essere presente anche al taglio del nastro del ponte: "Sono pienamente d’accordo, hanno letteralmente spezzato le vite dei nostri cari che avrebbero dovuto e voluto continuare a vivere e affrontare tutto quello che ti propone e riserva la vita, purtroppo però, per colpa di personaggi oramai ben noti all’opinione pubblica, sono stati privati di un dono, ma confidiamo che alla fine verranno riconosciute le loro colpe e venga finalmente fatta giustizia anche se il tremendo dolore rimarrà per sempre scolpito nei nostri cuori". Al momento dell’inaugurazione era presente anche il Co.ge.u, comitato genitori unito, che si è costituito dopo la tragedia.