Strappato alla morte per Covid denuncia l’ospedale di Torrette per un batterio

Un cinquantenne era stato ricoverato in terapia intensiva nella seconda fase della pandemia. Non era vaccinato, il virus rischiava di ucciderlo. I medici lo hanno tenuto in vita: gli stessi che ora lui accusa.

Salvato dal Covid, denuncia l'ospedale di Torrette per un batterio

Salvato dal Covid, denuncia l'ospedale di Torrette per un batterio

Ancona, 3 giugno 2023 – Strappato alla morte più volte dopo mesi di ricovero nell’area Covid di anestesia e rianimazione, paziente denuncia il reparto dell’ospedale di Torrette.

A prendere questa decisione è stato un cinquantenne dell’anconetano che in uno dei periodi più drammatici dell’emergenza pandemica è stato ricoverato a lungo in terapia intensiva. Da quanto è stato possibile accertare l’uomo avrebbe deciso di presentare un esposto contro il reparto dopo aver contratto un’infezione ospedaliera, stiamo parlando di casi molto numerosi che possono avvenire all’interno di strutture sanitarie a elevata carica batterica. Tra i reparti dove il rischio di infezioni sale ci sono proprio le rianimazioni e il blocco operatorio.

Le infezioni ospedaliere rappresentano una delle minacce crescenti della sanità in ottica futura e spesso possono provocare conseguenze gravi, fino al decesso, in pazienti con altre patologie invasive. Il paziente in questione ha subìto conseguenze, ma poi si è ripreso dal problema. Una vicenda che ha lasciato tanta amarezza tra i medici, gli infermieri e tutto il personale della clinica di rianimazione, diretta dal professor Abele Donati.

Gli esposti per casi simili, assolutamente legittimi, sono molto frequenti e spesso vengono risolti con un risarcimento danni. Nel caso dell’anconetano, tuttavia, è bene ricordare la sua storia clinica legata al Covid. Il suo contagio è avvenuto nella seconda fase della pandemia, nel 2021, quando erano iniziate le vaccinazioni anti-Covid. Il soggetto in questione non si era vaccinato ed aveva contratto il virus Sars-Cov2 con una forma molto severa.

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Per mesi e mesi è stato ricoverato in terapia intensiva e le sue condizioni sono più volte arrivate quasi a un punto di non ritorno. La forma di polmonite interstiziale bilaterale (polmonite da Covid) non gli lasciava troppe chance, ma proprio i medici di rianimazione della clinica, sottoponendolo a tutte le terapie possibile, compresa l’Ecmo (l’ossigenazione extracorporea), lo hanno tenuto in vita e poi sono stati capaci addirittura di migliorare sensibilmente le sue condizioni. Al punto da poter poi lasciare l’ospedale dopo circa otto mesi, certo seguendo un lungo e delicato periodo di riabilitazione. La sua degenza non era stata semplice anche a causa delle sua posizione nei confronti della vaccinazione anti-Covid. L’infezione ospedaliera contratta lo ha poi spinto a presentare la denuncia nei confronti del reparto, delle persone che gli avevano salvato la vita.