Suicidio assistito Ancona, Mario dovrà sostenere 5mila euro di spese: raccolta fondi

L'associazione Luca Coscioni denuncia che il 44enne, completamente paralizzato da 12 anni, può scegliere come morire ma deve pagare

Marco Cappato, dell'associazione Luca Coscioni

Marco Cappato, dell'associazione Luca Coscioni

Ancona, 9 giugno 2022 - Oltre al caso di Fabio Ridolfi, che ha scelto di morire per sedazione profonda dopo 18 anni passati immobilizzato a letto, nelle Marche c'è anche la storia di Mario, 44 anni, completamente paralizzato da 12 anni a causa di un incidente stradale. Lui è  la prima persona in Italia che può legalmente scegliere il suicidio medicalmente assistito, ma dovrà farsi carico di 5mila euro di spese per l'acquisto del farmaco e delle apparecchiature per l'infusione.  Per questo l'Associazione Luca Coscioni, nel lanciare una raccolta fondi per aiutare Mario, ricorda che "in assenza di una legge, lo Stato italiano non si fa carico dei costi dell'assistenza al suicidio assistito. Non eroga il farmaco, non fornisce la strumentazione idonea e il medico". 

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La raccolta fondi per Mario

In pratica, "per poter finalmente scegliere sulla propria vita, Mario deve sostenere una spesa di circa 5.000 euro in apparecchiature e farmaci. In particolare, c'è bisogno di uno strumento infusionale che costa 4.147,50 euro".  "Il ricavato della donazione - spiega l'associazione Luca Coscioni - permetterà a Mario, quando vorrà, e ad altre persone nelle sue condizioni, di esercitare il diritto di scegliere di porre fine alle proprie sofferenze".  "A oltre due anni e mezzo dalla sentenza della Corte costituzionale, in osservanza del giudicato costituzionale il compito del Servizio Sanitario Nazionale si esaurisce con le verifiche delle condizioni e delle modalità e il parere del Comitato etico. Aziende sanitarie che rispondono, se rispondono, con tempi lunghissimi ignorando la sofferenza di chi chiede di poter accedere al suicidio assistito legalmente in Italia - hanno dichiarato Marco Cappato e Filomena Gallo, rispettivamente tesoriere e segretario nazionale dell'Associazione Luca Coscioni - Il Parlamento potrebbe trovare una soluzione, ma il testo è insoddisfacente ed è insabbiato al Senato. Per non fare ricadere l'onere anche economico sulle spalle di Mario e, per il futuro, dei malati nelle sue condizioni abbiamo dunque deciso di farci noi promotori della raccolta dei fondi indispensabili. Esercitiamo così una vera e propria supplenza all'incapacità dello Stato italiano di farsi carico del diritto dei propri cittadini di non subire condizioni di sofferenza insopportabile e contro la propria volontà".