Suor Cristina trasferita a Osimo: ha 97 anni

È l’ultima monaca di clausura a lasciare il monastero di Ravello, il sindaco: "Lì potrà essere accudita meglio, è più vicina ai suoi parenti"

Suor Cristina trasferita a Osimo: ha 97 anni

Suor Cristina trasferita a Osimo: ha 97 anni

di Silvia Santini

Ha trascorso gli ultimi 68 anni della sua vita claustrale a Ravello, in provincia di Salerno. Suor Maria Cristina Fiore ha lasciato per sempre il monastero di Santa Chiara. A 97 anni è stata trasferita nel monastero delle Clarisse in centro a Osimo. Con suor Angela Punnacka e suor Massimiliana Panza, erano state le ultime a scongiurare la soppressione o l’estinzione del monastero di Ravello. Definite "ribelli nell’obbedienza", queste ultime hanno pagato la disobbedienza con la "cacciata" il 2 febbraio scorso e la riduzione allo stato laicale mentre suor Cristina con lo "sconto" del trasferimento. Quando arrivò a Ravello, nel 1955, il monastero contava ben 42 consorelle. Inferma da alcuni anni ma ancora lucida, l’altro ieri pomeriggio è stata vista attraversare le vie del centro storico spinta in carrozzella. Chi l’ha incontrata l’ha salutata, come qualcuno dei suoi ex bambini che ha accudito con affetto materno ai tempi in cui il monastero ospitava l’asilo infantile di Ravello. "Sono stato contattato da suor Damiana Ardesi, presidente delle Clarisse Urbaniste d’Italia, che mi ha informato del trasferimento di suor Cristina per poter essere meglio accudita e più vicina ai suoi parenti che vivono nelle Marche", ha detto infatti il sindaco di Ravello Paolo Vuilleumier. Oggi nell’istituto di Ravello, tra le più antiche fondazioni francescane femminili in assoluto, che vanta oltre sette secoli di vita claustrale, non c’è una comunità stabile, con la media di quattro suore che si avvicendano. Non è chiaro quale sarà il futuro del monastero. Dopo alterne vicende che hanno visto i superiori tendere a bloccare qualsiasi attività delle monache che avrebbe potuto anche solo potenzialmente rivitalizzare il monastero, il Dicastero per la vita consacrata (l’organismo della Curia romana che decide la vita religiosa del mondo cattolico) ha decretato la soppressione del monastero. Nel 2021 è stato nominato un commissario pontificio con l’incarico di censire tutto il patrimonio immobiliare dell’istituzione religiosa. La scorsa primavera le tre monache avevano scritto a papa Francesco offrendogli tutte le proprietà del monastero per la sua carità. Il 25 giugno dal Vaticano il sostituto per la Segreteria di Stato veniva incaricato dal pontefice di comunicare alle monache l’accettazione della donazione ma la gioia è durata poco perché il Dicastero vaticano per i religiosi ha disposto appunto il loro trasferimento in tre diversi monasteri italiani. Le consorelle non hanno accettato e quindi sono state "dimesse".