E’ il giorno di Gianmarco Tamberi. Sognato, sudato e inseguito allenamento dopo allenamento, negli ultimi tre anni, dopo quella medaglia d’oro condivisa con l’avversario e amico Mutaz Barshim a Tokyo nel 2021. Per Gimbo quella di Parigi è l’ultima Olimpiade, a meno di ripensamenti, e il campione vuole coronare questo traguardo con il migliore dei risultati. Nessun altista è mai riuscito a centrare due ori olimpici: vuole riuscirci lui, in pedana nella finale di salto in alto oggi pomeriggio alle 19 allo Stade de France di Saint-Denis, nonostante le ultime settimane non gli siano state affatto favorevoli.
Prima il piccolo infortunio in Ungheria, che lo ha costretto a qualche giorno di stop e a saltare gli appuntamenti di avvicinamento che aveva in calendario, compreso quello di Ancona, poi la colica renale che lunedì lo ha obbligato a un letto d’ospedale, con la febbre e con la partenza per Parigi rimandata all’indomani.
La giornata di qualificazione, mercoledì scorso, non gli ha permesso di saltare nella migliore condizione fisica, tutt’altro. Il 2.24 con cui s’è qualificato per la finale odierna testimonia un malessere che ancora era ben presente, nel fisico del campione olimpico e mondiale.
S’era presentato all’appuntamento con la sua carica di sempre, ma nella consapevolezza, maturata con il passare dei minuti, che le sue condizioni erano davvero pessime: "Arrivare a questo appuntamento a cui lavoro da anni passando tutto quello che ho passato in questo mese è stato molto difficile – aveva raccontato Gimbo dopo la gara –, tre giorni fa ero in un ospedale, l’avevo detto che questa giornata sarebbe stata la più complicata, per assurdo sarà più facile la finale. Non è andato bene niente, penso di non aver mai staccato, l’ho sempre subito, lo stacco, sapevo di dover risparmiare energie, ma perché ne ho poche. A 2.27 ho provato a spingere di più ma la gamba proprio non teneva. Ma la finale sarà tutta un’altra cosa".
Tre giorni di riposo in un campione come lui possono fare miracoli. Prima "dieci ore di sonno" come ha scritto lo stesso Gimbo sulle sue storie di Instagram, poi ieri un video che lo ritraeva con la palla a cercare la via del canestro, un modo, il suo modo per trovare la giusta concentrazione, o per scaricare un po’ di tensione in vista della gara. E poi le sue parole di ieri, postate anche su Facebook: "Ci siamo! Domani (oggi, ndr) ore 19, la gara della mia vita. Tutto per un giorno… Tutto per questo momento.... Ho il fuoco dentro e non vedo l’ora domani di esplodere. Poco più di 24 ore a quella che mi auguro con tutto il cuore ricorderò per tutta la vita come una delle serate più belle di sempre! Grazie a tutti voi per la vicinanza, sento tutto il vostro sostegno come mai prima d’ora! Carichi a bestia".
E il sostegno per il Gimbo tricolore si alzerà forte, oggi, dallo stadio di Saint-Denis, ma anche da tutta Ancona, dalle Marche, dall’Italia dove migliaia di suoi sostenitori saranno incollati ai teleschermi per spingerlo oltre quell’asticella, a volare al di là dell’ultimo traguardo.
Giuseppe Poli