Tavernelle, il cimitero a pezzi Frana una tomba, bare distrutte "Si vedono le ossa, indecente"

La denuncia della famiglia Lorenzini, proprietaria di una cappella privata: "Ci sono defunti che risalgono al 1800. La copertura è venuta giù, è irrispettoso". Ma ovunque è un disastro.

Tavernelle, il cimitero a pezzi  Frana una tomba, bare distrutte  "Si vedono le ossa, indecente"

Tavernelle, il cimitero a pezzi Frana una tomba, bare distrutte "Si vedono le ossa, indecente"

di Giacomo Giampieri

È la parte più antica del camposanto della città. Quella che custodisce i ricordi di chi ha fatto la storia di Ancona. Quella che conserva i visi delle donne e degli uomini che sono stati parte integrante e costitutiva di un tessuto sociale sui quali è imperniata, oggi, la città. Purtroppo è anche la parte del cimitero monumentale più esposta a condizioni di degrado assoluto. Passi pure l’erba non tagliata e qualche piccolo difetto nelle ordinarie manutenzioni.

Non può passare affatto, però, quel tour dell’orrore vissuto quotidianamente dai parenti dei cari scomparsi, tra colombari a rischio crollo, lapidi divelte e bare fracassate con le ossa in bella vista. "È inammissibile", i commenti indignati. E così anche portare un fiore a chi non c’è più diventa uno sport estremo. Un po’ come accade alla famiglia Lorenzini, proprietaria di una piccola cappella privata in un’ala di Tavernelle dove sono sepolti genitori, nonni, zii. "Accanto alla nostra struttura è presente una tomba che contiene le salme di persone scomparse nei primi anni del 1800 – denuncia la famiglia attraverso il Carlino -. Essendo esposta da decenni alle intemperie, ma forse anche complice il sisma del novembre 2022, la copertura della tomba è franata distruggendo una delle due bare all’interno. Tant’è che sono visibili le ossa". La sintesi: "È irrispettoso nei confronti dei defunti, è pericoloso per chi frequenta quell’area". I Lorenzini avrebbero provveduto a segnalare la questione all’ufficio cimiteriale del Comune di Ancona chiedendo, con un’ultima missiva inviata il 15 gennaio scorso, una perizia e un’adeguata copertura della tomba adiacente la loro. "Tale situazione ci reca disagio e preoccupazione per la salute dei nostri visitatori, anziani, che potrebbero cadere e farsi male", si legge ancora. Risposta c’è stata. All’indomani. Se non fosse che nella stucchevole vicenda, si è appreso come manchino all’appello degli elementi essenziali per attuare degli interventi più strutturati: gli eredi dei defunti. "Sarà organizzata in breve tempo una messa in sicurezza dell’area", replica un funzionario, ma "stiamo svolgendo le ricerche anagrafiche di eventuali eredi in vita ma al momento il riscontro ha dato esito negativo. Seguiranno ulteriori aggiornamenti". Da gennaio a giugno, neanche a dirlo, degli "ulteriori aggiornamenti" neanche l’ombra. Soltanto un intervento tampone con un improbabile telo di plastica durato il tempo di un amen, quindi sostituito da un telo più resistente. "Ma è un provvedimento che copre il problema, non lo elimina", insistono i Lorenzini.

Che evidentemente non sono gli unici ad imbattersi nell’imbarbarimento del cimitero monumentale di Tavernelle. Per carità, alcuni lavori sono stati completati. Si veda il caso del rifacimento della facciata dell’ingresso principale. Altri cantieri si vedono, soprattutto recinzioni e zone interdette, i risultati finali no. Resta, quindi, un tour dell’orrore che spazia tra arredi funebri spezzati e caduti a terra, erba persino sui tetti e infiltrazioni d’acqua nei colombari, lapidi sorrette da legno marcio, cappelle di famiglia pendenti e che non poggiano più sulle fondazioni, lastre e mattoni delle mura interne e perimetrali prossime a venir giù dopo il colpo di grazia dell’ultimo terremoto.