
Molti i bambini operati con la tecnica «Awake»
Diversi bambini e ragazzi minorenni, negli ultimi 10 anni, sono finiti sotto i ferri, finendo nel mezzo di un’operazione neurochirurgica, con la tecnica ‘Awake’, messa in atto dai medici della divisione marchigiana di Neurochirurgia Generale con Particolare Interesse Pediatrico. È il caso ad esempio di una giovane di origini albanesi, arrivata all’ospedale di Torrette, nel periodo più critico della pandemia da Covid, per essere operata a causa di una massa tumorale al cervello. Come raccontano i medici dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, la sua era una situazione molto delicata, dato che sarebbe dovuta finire sotto i ferri facendolo senza la presenza di un parente prossimo vicino a lei. I genitori della ragazza vivevano infatti in altri due Paesi: il padre si trovava infatti a Londra, mentre la madre in Albania. La donna ha tentato in tutti i modi di arrivare in Italia per stare accanto alla figlia, non riuscendo per le norme restringenti che in quel momento si stavano vivendo in tutta Europa a causa della pandemia. Per questo, per tranquillizzarla, alla giovane è venuta l’idea di provarla a chiamare durante l’intervento. Una richiesta concessa dai neurochirurghi di Torrette, che hanno così permesso di contattare la mamma affinché potesse darle forza e tranquillizzarla. Nel frattempo, l’equipe di specialisti dell’Azienda ospedaliera marchigiana aveva già deciso di assumere il ruolo di genitore per togliere qualsiasi preoccupazione alla giovane, tanto da far presenziare in stanza, durante l’intervento, un mediatore culturale per la lingua, che nel frattempo dialogava con la ragazza di origini balcaniche toccando vari argomenti, mentre i medici intervenivano sul suo cervello.