Fabriano, telefoni e tablet vietati all’oratorio parrocchiale

Don Umberto Rotili non li fa usare nel doposcuola pomeridiano: "La decisione è stata accettata benissimo dalla maggioranza dei ragazzi"

La riunione del doposcuola alla parrocchia della Misericordia

La riunione del doposcuola alla parrocchia della Misericordia

Fabriano, 14 dicembre 2019 - Telefonini e tablet vietati nel doposcuola in oratorio. I trenta bambini da sei ai dodici anni che partecipano all’iniziativa ludico-educativa nei pomeriggi dal lunedì al venerdì (dalle 14.30 alle 18.30) nella parrocchia della Misericordia non possono utilizzare apparecchi elettronici. "Tutti stanno rispettando le disposizioni come indicato ad inizio attività, sia ai genitori sia ai ragazzini e non c’è stato mai bisogno di intervenire", spiega il parroco don Umberto Rotili che già durante il camp estivo per ragazzi aveva proposto la medesima misura. Anche in questo caso, pur trattandosi di ragazzini quasi tutti della scuola elementare, molti hanno già lo smartphone che, inevitabilmente, offre tentazioni per un utilizzo esteso, andando oltre la semplice telefonata.  

«Inizialmente – aggiunge il parroco – a qualche bambino l’idea non è eccessivamente piaciuta, ma già dopo i primi giorni ha metabolizzato il tutto. Del resto il progetto non prevede soltanto la parte dedicata all’effettuazione dei compiti quindi a carattere didattico, ma anche momenti ludici e di divertimento. Proprio durante quei frangenti crediamo sia opportuno riscoprire il valore della socialità e delle dinamiche di gruppo". E così, una volta esaurita la parte scolastica, ci si ritrova tutti a correre dietro un pallone o con braccia e occhi sopra un gioco da tavola, scoprendo il valore dell’interazione e del divertimento anche senza monitor e tastiere. "Un po’ come succedeva alle mie generazioni", chiosa il parroco 43enne, che sta portando avanti iniziative per un corretto uso della tecnologia, senza ovviamente demonizzarla, iniziate appunto con il camp estivo ed ora proseguite con le disposizioni analoghe per i frequentatori dei corsi autunno-invernali. Un progetto portato avanti insieme all’attivissimo gruppo di educatori della Misericordia di cui fanno parte anche i ragazzi delle scuole superiori all’interno di un complesso parrocchiale, dove tra calcio, basket, ping-pong, biliardino, altalene e giochi vari sia all’aperto che al coperto, le possibilità per svagarsi non mancano, anche senza bisogno di isolarsi dinanzi ad uno schermo.  

Del resto sul territorio pure in ambito scolastico si sta iniziando a lavorare per evitare il rischio della dipendenza digitale. In questa direzione è andato, per esempio, l’esperimento compiuto lo scorso mese di marzo all’istituto Morea, dove dieci studenti cavia dai 14 ai 18 anni si sono sottoposti alla prova di una settimana senza utilizzare il proprio telefonino, né a scuola né a casa e neppure gli apparecchi elettronici di amici o familiari. Sette giorni da disconnessi con gli smartphone "sequestrati" dalla professoressa di religione Cristina Corvo, in coda ai quali i risultati sono stati sorprendenti. Sulle prime, Infatti, più di qualcuno ha avuto comprensibile difficoltà nell’approccio ad una quotidianità decisamente diversa, ma poi tutti hanno riscoperto il piacere di una passeggiata all’aria aperta, la lettura di un libro o la pratica di sport senza doversi per forza rifugiarsi dinanzi ad un apparecchio elettronico.