Tempio del Valadier, la falesia diventa off-limits

Ordinanza contro gli arrampicatori: disposto il divieto di accesso e utilizzo delle pareti di roccia limitrofe al santuario della Madonna di Frasassi

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di Sara Ferreri

Arrampicatori sopra le teste dei visitatori del tempio del Valadier, il sindaco Marco Filipponi con ordinanza firmata mercoledì ha disposto il divieto di accesso, chiodatura e utilizzo delle pareti di roccia limitrofe al santuario della Madonna di Frasassi. Prevista la denuncia per i climbers che dovessero essere beccati a non rispettare l’ordinanza e arrampicarsi comunque sulla falesia del tempietto. Un’ordinanza che riguarda tutto l’anno, non solo la stagione estiva e che è entrata in vigore a tempo indeterminato sino ad "eventuali interventi di messa in sicurezza". Tutto è nato dagli ultimi incidenti avvenuti proprio in quella zona del parco naturale Gola della Rossa e Frasassi soprattutto quello più grave del 15 ottobre scorso che ha portato alla morte di un climber 36enne. Di qui la decisione di vietare l’accesso agli scalatori nella zona del tempio del Valadier utilizzato per quasi trent’anni da speleologi e arrampicatori che non hanno mancato di opporsi alla decisione. Negli ultimi anni la grotta del Mezzogiorno che ospita il tempio del Valadier e l’eremo della Madonna Infrasaxa del 1400 riceve migliaia di turisti specie nella stagione estiva. L’ordinanza del sindaco Filipponi parte dalla constatazione del fatto che il santuario della Madonna di Frasassi è "circondato da una pavimentazione pedonale intorno alla quale sono presenti pareti di roccia che costituiscono tra l’altro l’ambiente ipogeo di accesso a un sistema di Grotte e tutta l’area pedonale intorno al santuario sia per la parte pavimentata che per la parte di roccia naturale è intensamente frequentata da famiglie e turisti in visita". "Sono pervenute – si legge nell’ordinanza – segnalazioni da parte di turisti e frequentatori dei luoghi che hanno rilevato il possibile grave pericolo derivante dallo svolgimento di queste attività spesso non segnalate e quindi con la possibilità che persone in visita anche inconsapevolmente si soffermino al di sotto degli scalatori in salita lungo la verticale e si verifichino possibili cadute di materiali". Un’attività definita "ad elevata pericolosità" e in passato, si rileva "si sono verificati casi di cadute dall’alto con gravi conseguenze agli scalatori e possibilità di danni anche a turisti e persone nella sottostante area pedonale per caduta di materiale attrezzatura e frammenti di roccia". Il divieto è in vigore dall’ingresso con portone ad arco in poi. Chi contravviene rischia l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206 euro.