Ancona, "Non ho tentato di ucciderla, era solo sesso"

Processo a un ghanese accusato di amore troppo violento ai danni di un’avvocatessa di 29 anni: "I lividi? Non l’ho mai picchiata"

Era stata la donna a denunciarlo, salvo poi aggiustare il tiro affermando nella querela

Era stata la donna a denunciarlo, salvo poi aggiustare il tiro affermando nella querela

Ancona, 14 novembre 2019 - Un amore troppo passionale trascinato da una forte intesa sessuale e tanta gelosia ma nessuna volontà di arrivare ad uccidere «perché non ne sarei capace, facevamo solo l’amore in maniera spinta».

E’ in corso davanti al collegio penale del tribunale dorico il processo a carico di un ghanese accusato di tentato omicidio nei confronti della ex fidanzata, un avvocato anconetano di 29 anni che due anni fa lo ha denunciato anche se nella querela aveva fatto precisare che lo amava ancora.

Lui ha dieci anni più di lei e sarebbe arrivato a minacciarla così: «Ti sfregio con l’acido». I due si erano conosciuti d’estate nel 2016, e per un periodo, si sarebbero amati alla follia. La relazione, molto turbolenta, sarebbe poi finita i primi mesi del 2018.

Dopo aver rischiato di morire due volte nel corso di dieci giorni, in una circostanza l’africano (che risiede da anni ad Ancona dove lavora regolarmente) avrebbe tentato di soffocarla con un sacchetto dell’immondizia stringendole il collo e nell’altra l’avrebbe afferrata e tenuta sospesa nel vuoto minacciando di farla cadere nella tromba delle scale, la donna lo aveva denunciato rivolgendosi alla squadra mobile della questura, ricevendo il supporto della sezione specializzata in reati a sfondo sessuale.

Al ghanese infatti, per il quale erano scattati i provvedimenti di divieto di avvicinamento, divieto di comunicazione e divieto di dimora nel Comune di residenza della donna, sono contestati (oltre al tentato omicidio) anche la violenza sessuale, atti persecutori, maltrattamenti e lesioni personali aggravate.

Ieri mattina ha parlato davanti al giudice Carlo Masini, che presiede il collegio penale, rispondendo prima alle domande del pm Ruggiero Dicuonzo e poi a quelle del suo avvocato Emanuele Senesi del foro di Macerata. Incalzato dalla pubblica accusa il ghanese, che si è professato innocente per tutte le accuse sollevate dalla vittima, ha spiegato la particolarità del rapporto amoroso che ha avuto con la donna in una relazione durata due anni.

«I lividi che lei portava sul corpo non erano perché la picchiavo – ha detto l’imputato – ma è perché facevamo sesso». Poi ha riferito della forte gelosia che divorava entrambi e spesso frutto di litigi. «Ma non le ho mai usato violenza – dovevo solo interrompere prima quella relazione e andarmene via».

Secondo l’accusa e la denuncia della donna lui invece l’avrebbe anche violentata, in due occasioni. Dalla donna è stato dipinto come un violento che l’avrebbe picchiata anche con un martello. L’udienza è stata rinviata al 27 novembre per la discussione e la sentenza.