"TerraMareStelle", l’arte digitale di Gasperoni alla Galleria Papini

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E’ una mostra dal titolo affascinante, ‘TerraMareStelle’, quella che la Galleria Papini di Ancona si appresta a inaugurare. Da sabato (ore 18) il pubblico potrà ammirare venti opere di Carlo Gasperoni, in parte inedite.

Protagonista della personale, a cura di Camilla Boemio, è l’arte digitale, quella che usa il pc come medium estetico, dove realizzare opere che esplorano una nuova ricerca in modo innovativo, con interventi solo nella rete o facendo proprio il mezzo come una ‘tela virtuale’ in cui sperimentare ibridazioni, e nuovi linguaggi.

In questo scenario Gasperoni traduce la sua formazione artistica in quadri astratti dalle vivide cromie, con tecnica digitale. Alla realizzazione delle singole opere, segue la stampa su alluminio dibond ricoperto di plexiglass, elemento che rende l’opera fedele allo schermo su cui è stata dipinta e ne preserva la conservazione nel tempo.

Protagonista della mostra è la natura, che dal firmamento alla terra evoca nell’artista immagini le cui suggestioni sono interpretate nella sua personale ed acuta visione. L’artista realizza così una sintesi tra il suo solido lato scientifico e il suo innato lato artistico. La sua arte attinge dunque in egual modo alla natura reale e alla scienza.

Ispirata a corpi celesti e a fenomeni naturali, ha il compito di trascinare chi ne fruisce in un turbinio di emozioni cromatiche. Come scrive Boemio nel catalogo, "l’approccio audace al gesto di Gasperoni pone direzioni nelle quali l’utilizzo dell’astrazione diventa un linguaggio sia formale che poetico nel quale i colori, le forme accennate, e il cosmo svelato assumono modalità personali di coinvolgimento. E’ un’elaborazione sostenuta di un’intera visione del mondo soffusa di curiosità, misticismo e criticità, nella quale si compongono sorprendenti giustapposizioni compositive". Boemio osserva che "i ricordi dell’infanzia in Brasile alimentano meditazioni sull’iconografia popolare e sul rapporto con la natura equatoriale e forniscono in modo dirompente le basi per ogni composizione sperimentando modi sempre più elaborati di rendere le superfici quasi scultoree, aprendo un confine labile nell’indagine del paesaggio immaginato, trasognato e trasfigurato collocato in una natura liquida, fluida e mutevole".