
Neve nell'Ascolano (foto Dire)
Ancona, 23 gennaio 2017 - I numeri sono eloquenti: 25mila sfollati (di cui 5.400 in albergo), 200 abitazioni senza corrente elettrica. Le Marche sono piegate da neve e terremoto. Una tenaglia. Il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, parla di “effetti materiali e psicologici enormi su un sistema già fortemente stressato”.
Oggi Ceriscioli ha riunito a Palazzo Raffaello i parlamentari marchigiani per lavorare insieme a una ricostruzione i cui “tempi si allungano ogni volta che si verifica un nuovo episodio sismico”. L’obiettivo è mettere da parte le divisioni politiche per accelerare l’approvazione in Parlamento dei provvedimenti che possono dare un contributo alla comunità marchigiana.
Innanzitutto servono risorse, spiega il presidente: per riparare i danni, riqualificare il patrimonio scolastico e sostenere la filiera agroalimentare. E poi “una busta paga pesante per i lavoratori terremotati”.
Intanto al fronte si continua a lavorare. La Protezione Civile regionale fa sapere che tutte le frazioni delle Marche sono state liberate. Oggi tre persone, due ottantenni e un quarantacinquenne, sono state tratte in salvo dai carabinieri forestali con l’elicottero dei vigili del fuoco nella frazione di Farno, ad Acquasanta Terme (Ascoli). Erano rimaste completamente isolate: senza telefono e radio, si scaldavano col camino.
Nell’Ascolano resta difficile il transito per una decina di frazioni. Ma a destare maggiore preoccupazione è il rischio delle valanghe. La Protezione Civile è al lavoro per monitorare la situazione, con un occhio di riguardo per i fronti nevosi ai bordi delle strade.
L’allarme per le dighe, invece, “è ingiustificato”. Sono tranquillizzanti le dichiarazioni di Claudio Netti, presidente del Consorzio di bonifica Marche: “Sono controllatissime, dopo le scosse non sono state riscontrate criticità”.