Terry, la paura 50 anni dopo: "Dieci sfollati ma danni lievi"

Scosse, gente in strada. Scuole e chiese chiuse. Migliaia di interventi

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di Pierfrancesco Curzi

Cinquant’anni dopo la raffica di 500 scosse, due delle quali più violente a gennaio e giugno, Terry torna a scuotere Ancona. Magnitudo maggiore, 5.7 della scala Richter (allora il grado non arrivò neppure a 5), stavolta, ma scaricata in mare a 34km dalla costa e a 8 di profondità, mentre allora l’epicentro fu molto più vicino al capoluogo. Le Marche e l’anconetano di nuovo nel mirino degli eventi calamitosi a distanza di meno di due mesi dall’alluvione che ha provocato 12 vittime e danni per miliardi di euro. Proprio ieri, a tal proposito, a Roma era in programma il primo vertice tra Governo e Regione legato proprio ai fatti del 15 settembre scorso, vertice che il presidente Francesco Acquaroli ha dovuto disertare vista l’emergenza sisma.

Il sisma ieri non ha provocato danni ingentissimi, ma ieri sera i vigili del fuoco avevano ancora in coda circa 800 interventi. Scuole di ogni ordine e grado chiuse nel capoluogo anche oggi, quando termineranno le verifiche alle strutture scolastiche e al resto del patrimonio comunale. In caso di esito favorevole le scuole potrebbero riaprire già domani, al massimo sabato, anche se al momento è difficile fare una previsione certa.

A ieri sera i cittadini sgomberati dalle loro abitazioni per problemi strutturali erano una decina (palazzi inagibili soprattutto in corso Carlo Alberto). Saranno accolti nell’area di accoglienza allestita dal Comune in una delle palestre del PalaRossini dove sono pronti 25 posti subito aumentabili a 110.

L’incubo si è manifestato alle 7,07 di ieri mattina con la botta più forte, seguita meno di un minuto più tardi da una scossa di magnitudo inferiore ma altrettanto scioccante. Scosse lunghe e paurose che hanno svegliato la città. Come nel 1972, ieri il sisma non ha causato vittime (al tempo morì un vigile del fuoco in un incidente stradale e una persona colta da infarto) e soltanto alcuni feriti legati a fughe precipitose, malori e crisi di panico. Limitati i danni agli edifici e alle strutture in genere. Di fatto l’unico edificio evacuato per problemi di stabilità è stato l’istituto Pie Venerini, o meglio il convitto che si trova dentro il plesso di via Matteotti. Le scosse, oltre ad alcuni danni strutturali, hanno provocato la rottura di una tubazione dell’acqua che ha allagato gli ambienti. Immediato il sopralluogo dei vigili del fuoco che hanno fatto uscire le circa quindici persone che risiedevano nel convitto, non prima di aver consentito loro di recuperare i loro effetti personali.

Diverso il discorso per la clinica privata convenzionata Villa Igea al Pinocchio. Le scosse, ma soprattutto alcuni cedimenti interni hanno consigliato i vertici della casa di cura a evacuare temporaneamente i 35 pazienti ricoverati. I rilievi hanno evidenziato che al piano 4, dove ci sono gli spogliatoi delle sale operatorie, si sono staccati alcuni pezzi di intonaco. Villa Igea è certificata come struttura antisismica, per questo meno di tre ore più tardi e dopo il sopralluogo tecnico dei vigili del fuoco pazienti e personale sono stati fatti rientrare nella struttura di via Maggini. Qualche disagio per i pazienti, parcheggiati all’esterno, chi in barella, sedia a rotelle e così via, protetti da piumoni contro il freddo: "Dopo le scosse di stamattina i pazienti si sono spaventati, come tutti noi nelle nostre case. Abbiamo fatto tutto il necessario, i vigili del fuoco ci hanno dato il nullaosta dopo il sopralluogo abbiamo ripreso le nostre attività" ha detto il direttore sanitario, Fausto Mannucci.

Restando alle strutture ospedaliere, nessun problema particolare negli ospedali della città, a partire da Torrette e passando per il pediatrico Salesi (solo lievi cedimenti e piccole crepe) e il geriatrico Inrca della Montagnola: "L’attività sta andando avanti in maniera normale, gli edifici hanno retto alle sollecitazioni stando ai nostri sopralluoghi tecnici" ha detto al Carlino il direttore generale, Gianni Genga. L’unico allarme si è verificato a Villa Maria, la palazzina amministrativa del viale, chiusa al pubblico. Off limits tutte le chiese cittadine per 24 ore al fine di fare i controlli del caso e, fino a data da destinarsi, pure il cinema Italia.