Ancona, 6 settembre 2023 – Chi ha il pane non ha i denti. Un detto popolare che si addice perfettamente alla situazione del tratto finale del lungomare Vanvitelli, quello che da piazza Dante arriva alle rovine del porto traianeo, il cuore storico di una città marinara qual è Ancona.
Lo scenario non è certo da rispetto e valorizzazione della storia. In America ci avrebbero già fatto un’attrazione con tanto di biglietto a pagamento per l’ingresso. Invece regna una situazione di stallo e abbandono che grida vendetta. I lavori per ristrutturare il vecchio camminamento di legno, quello che costeggia il sito archeologico e permette di entrare al porto varcando il piazzale del Nautico, sono solo iniziati e presto abbandonati o meglio fermati.
Il vicino cantiere, costruito recintando una porzione di parcheggi, ha tutti i segni di qualcosa inoperativo da mesi. Le reti di ferro sono divelte, idem i pali con i divieti che avvisavano i cittadini di non parcheggiare le auto in loco a partire dal 27 febbraio del 2022. Siamo a settembre 2023, è passato un anno e sette mesi e il restyling non è nemmeno accennato.
"Non vediamo più lavorare operai da almeno giugno scorso - spiegano Loredana Giacomini e Sabrina Esposto, di "Ballando ballando Factory’. l’unica attività rimasta nella zona - una di quelle reti, quando c’è stato il maltempo, ci è caduta anche addosso. Qui è rimasto tutto fermo". Nell’area che è rimasta in parte recintata sono stati solo sostituiti i tubi del gas. Il sito archeologico è quasi coperto dalla vegetazione e non ha più nemmeno i pannelli in plexiglas che c’erano fino a due anni fa perché sono stati tolti sempre per il famoso restyling che non si è compiuto. Nessun cartello affisso per spiegare cosa si sta facendo. Chiuso con una rete e catena il passaggio che permetteva di attraversare il sito archeologico e arrivare alla rotatoría della Fincantieri, "Durante i fuochi di artificio della festa del mare - rivela Anna Marinari, residente nella palazzina accanto a Ballando Ballando Eactory - mi sono sgolata dal terrazzo per avvisare le persone, che scavalcavano la ringhiera pur di passare e arrivare in porto, del pericolo che correvano. Eppure c’è un cartello con scritto "apertura nel suolo". Significa che si cade di sotto".
L’intervento dell’area archeologica, per la messa in sicurezza, è stato finanziato dalla Sovrintendenza per una spesa di 90mila euro. Una parte, smontaggio pannelli di copertura, vecchi tubi e pulizia del verde doveva terminare giá a gennaio del 2021. Subito dopo dovevano partire quelli per la nuova copertura e la passerella, inseriti nel progetto "It Waterfront 3.0". Lavori che dovevano durare 36 mesi, tre anni.
Lunedì il Carlino ha fatto un sopralluogo ma non c’è contezza di tutto ciò. La nuova passerella era stata progettata in legno e ferro, con le sostituzioni delle parti ammalorate, e un impianto di illuminazione con luci segnapasso.
I lavori dovevano finire a giugno ma si sono arenati. "Quando piove molto - spiegano le negozianti Glacomini ed Esposto - il sito archeologico si riempie di acqua che allaga la nostra cantina. Noi vorremmo mettere anche una bella vetrina per la nostra attività invece siamo penalizzati da questo perenne cantiere che ci crea solo danni. Vorremmo veder rifiorire questo angolo di città".