Tetraplegico 43enne chiede il suicidio assistito

Dopo Mario, l’associazione Luca Coscioni rivela la storia di Antonio, un altro marchighiano a cui l’Asur ha negato la possibilità

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Mentre il caso Mario, il marchigiano tetraplegico che aveva richiesto all’Asur la possibilità di accedere al suicidio assistito è ancora aperto, sempre nella nostra regione emerge un’altra vicenda simile, quella di Antonio (anche questo nome è di fantasia), come rende noto l’Associazione Luca Coscioni. Mario, nel giugno scorso, aveva visto riconosciuto dal Tribunale di Ancona che l’Asur avviasse l’iter di verifica per l’accesso al suicidio assistito e poi ha sporto denuncia per l’omissione dell’Azienda sanitaria.

Anche Antonio è un marchigiano che, in seguito a un violento incidente avvenuto otto anni fa, è rimasto tetraplegico e, il 2 ottobre 2020, ha inoltrato all’Asur la domanda per la verifica delle condizioni per accedere al suicidio assistito, previste dalla sentenza della Corte Costituzionale numero 2422019 (il caso di Marco Cappato e dj Fabo). In seguito alla domanda Antonio ha ricevuto "un diniego privo di motivazione legata alla sua condizione che non è mai stata verificata dall’Asur". Una situazione che ha portato i legali dell’Associazione Luca Coscioni a inviare una lettera di messa in mora al ministro della salute Roberto Speranza, al ministro della giustizia Marta Cartabia, mettendo a conoscenza anche il presidente del Consiglio Mario Draghi.

Commenta la vicenda l’avvocato Filomena Gallo: "Anche Antonio, come Mario, attende una verifica delle sue condizioni, così come previsto dalla sentenza di incostituzionalità della Corte Costituzionale al fine di poter procedere legalmente alla morte assistita in Italia. La decisione ’Cappato’ della Consulta è una sentenza il cui contenuto è immediatamente esecutivo e non necessita di alcun atto successivo di ratifica. Per questo motivo Antonio ha deciso di rivolgersi al Governo affinché ripristini la legalità violata da un’inerzia delle istituzioni competenti". Il collegio di avvocati che difende Antonio si aspetta un’applicazione omogenea della sentenza della Corte Costituzionale su tutto il territorio nazionale, "invece – prosegue Gallo – dobbiamo assistere a dichiarazioni del Ministro della Salute che dice di confrontarsi con le regioni sul tema, ci piacerebbe sapere su cosa nel dettaglio, visto che la sentenza di incostituzionalità della Corte sull’articolo 580 del codice penale è direttamente applicabile non prevede atti successivi e ha valore di legge, è chiara".

Nel frattempo l’Associazione Coscioni, nel corso del suo diciottesimo congresso nazionale ha annunciato il deposito di 1.235.470 firme per la promozione del referendum sull’eutanasia legale.