The Gang e Macina: la reunion "E’ il nostro regalo a Gastone"

Domani la storica band al Monsano Folk festival: "Uniamo acustico ed elettrico scambiandoci i repertori"

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Si annuncia come una delle serate più attese del ‘Monsano Folk Festival’. Domani (ore 21.45) in piazza dei Caduti La Macina e i Gang regaleranno al pubblico un’anticipazione del loro nuovo progetto "Nel tempo e oltre cantando N. 2’. Nel 2000 fu presentato al festival il primo progetto targato Macina-Gang. Nel 2004 nacque il primo capitolo ‘Nel tempo e oltre cantando’, grande successo di critica e pubblico. Ora la collaborazione tra Gastone Pietrucci e i fratelli Marino e Sandro Severini si rinnova. L’attesa reunion farà incontrare di nuovo due mondi sonori così lontani e nonostante tutto così vicini.

"Tempo fa Gastone ci disse che per i suoi ottant’anni avremmo dovuto fare questo secondo disco. Ora li ha compiuti, e ci ha detto: dovete mantenere la promessa. E’ il nostro regalo per lui. Al festival eseguiremo sei canzoni dell’album. La formula è sempre la stessa: unire acustico ed elettrico, scambiandoci i repertori. D’altronde entrambe le band attingono a un patrimonio folk comune. Tutti i grandi hanno fatto così, a partire da Bob Dylan, che a un certo punto ha dato elettricità a brani acustici". Il legame tra Macina e Gang in effetti è molto più forte di quello che si potrebbe credere. Difficile pensare a un legame tra i canti contadini marchigiani e i brani di quelli che erano soprannominati ‘i Clash italiani’. Ma Severini osserva che "siamo stati dei funamboli a livello di stili, passando dal rock alla Clash alla canzone d’autore, e da questa alla tradizione popolare. Oggi, suonando dal vivo, percorriamo strade secondarie toccando i paesi quasi come il circo di una volta. E troviamo sempre molti giovani. Ormai abbiamo un pubblico intergenerazionale. E’ importante che un certo patrimonio di canzoni venga trasmesso in modo simile alla cultura orale, senza passare in televisione. E’ la cultura popolare autentica, quella che dà identità e senso di appartenenza a una comunità". E’ per questo che Severini non scrive ispirandosi all’attualità. "Il presente lo si vive. Per raccontarlo deve passare del tempo. Se no diventa cronaca. Basti pensare ai classici: si raccontano storie antiche, ma che sviluppano l’immaginario odierno, e tengono in piedi l’utopia".

Raimondo Montesi