Corinaldo, ritrovata la tomba di un principe guerriero

Eccezionale scoperta archeologica nelle Marche per il Dipartimento di Storia culture civiltà dell'Università di Bologna con sede a Ravenna

La scoperta archeologica

La scoperta archeologica

Corinaldo, 18 luglio 2018 - Straordinaria scoperta archeologica in contrada Nevola a Corinaldo (Ancona) per il Dipartimento di Storia Culture Civiltà (DiSCi – Sezione di Archeologia) dell’Università di Bologna, con sede a Ravenna, in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche.

Nell’ambito del progetto ArcheoNevola, diretto da Federica Boschi del DiSCi, è stata riportata alla luce una tomba monumentale picena di età orientalizzante, riferibile al VII secolo a.C.

«Si tratta di una nuova acquisizione di eccezionale importanza – afferma la docente di Geofisica applicata all’archeologia e direttrice dello scavo – sia per le caratteristiche peculiari del sito, sia per la quantità e qualità dei reperti che sta restituendo, e che permettono di riferire la sepoltura a un personaggio di rango della cultura picena, con ogni probabilità un principe».

La scoperta archeologica

I dati finora raccolti dal team di archeologi e restauratori impegnati sul campo fino al 21 luglio descrivono con precisione l’originaria presenza di una sepoltura monumentale, forse un tumulo, circondata da un fossato anulare di circa 30 metri di diametro, e con al centro una grande fossa fittamente riempita di vasellame e suppellettili che costituivano il ricco corredo del personaggio qui celebrato.

Tra gli oggetti rinvenuti spiccano inequivocabili segni del potere, quali il carro da parata, armi di difesa e strumenti da taglio, oggetti e contenitori bronzei, e una quantità di vasellame ceramico, che autorizzano a riconoscere nel defunto un’antichissima e potente autorità aristocratica, che doveva essere inserita all’interno di una rete di relazioni commerciali interne al proprio status sociale.

Il rinvenimento acquisisce un’importanza ancora maggiore in considerazione del luogo della scoperta, lungo il torrente Nevola, ovvero in un settore delle Marche compreso tra i fiumi Cesano ed Esino, finora molto lacunoso dal punto di vista della storia del popolamento di età picena. La recente acquisizione offre dunque alla comunità scientifica una nuova chiave di lettura, che connota la stessa valle del Nevola come un luogo tutt’altro che silente e piuttosto nevralgico per la conoscenza della storia più antica del territorio marchigiano, dall’età pre-protostorica fino alla prima romanizzazione.