Torrette, il virus entra in un altro reparto

Si tratta di Gastroenterologia e tra i contagiati al momento ci sono solo operatori sanitari: bloccati i ricoveri fino al 18 gennaio

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di Marina Verdenelli

Il virus passa le porte di Gatroenterologia: cluster di Covid-19 all’ospedale di Torrette. Il grappolo dei contagi al momento riguarderebbe solo il personale dipendente tra medici, infermieri, oss e specializzandi del reparto dove per sicurezza è stata disposta la chiusura del ciclo breve almeno fino a domenica 31 gennaio. Un servizio che riguarda i ricoveri giornalieri o comunque di pochi giorni per il tempo necessario dei controlli. Con effetto immediato la direzione sanitaria ha invece provveduto a sospendere tutti i ricoveri effettivi ed urgenti fino al 18 gennaio. Nella eventualità che arrivino pazienti gravi che richiedono un ricovero a Gastroenterologia questi potranno essere ricoverati in pronto soccorso, dove già si soffre per i numerosi accessi che ha portato questa ultima ondata di contagi in regione, e in altri reparti dell’ospedale. Ai direttori dei reparti è stata data indicazione di accelerare per quanto possibile le dimissioni dei pazienti attualmente ricoverati in reparto. Una precauzione per non sottoporli ad un eventuale rischio di contagio. In precedenza c’erano stati focolai anche nella Clinica di cardiologia, Cardiochirurgia, Psichiatria e Neurochirurgia.

Nel merito del cluster è stata indetta anche una riunione urgente, martedì scorso, dove era presente anche il direttore sanitario Arturo Pasqualucci. In risposta ai contagi avvenuti tra il personale di servizio l’azienda ospedaliera ha indetto l’effettuazione del tampone molecolare a tutti i dipendenti, fatto passare come un ordine di servizio per il personale interessato dallo screening con l’obbligo di completarlo con la massima sollecitudine. Il tampone obbligatorio ha creato dei dissapori tra i dipendenti. "Sono stato contattato da alcuni di loro perché è stato messo come ordine di servizio – spiega Enzo Palladino, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e componente della Rsu – prima espongono il personale a rischio per una cattiva gestione poi li obbligano al tampone. Questi sono accertamenti che ledono il diritto di autodeterminazione rappresentato dagli articoli della Costituzione. Ai coordinatori e ai direttori la direzione ha chiesto di comunicare il buon esito delle disposizioni impartite ma volano vessazioni e minacce. Non è così che si fa prevenzione. I contagiati sarebbero circa 5 tra medici, oss, infermieri e specializzandi. Come componente Rsu ho rappresentato la questione anche a questo organo sindacale".

Palladino solleva un’altra questione che si verificherebbe a Torrette, l’imposizione di indicazioni fornite al personale in merito alla prevenzione e alla sorveglianza sanitaria. "Riguardano le quarantene, le registrazioni dei parametri quali saturazione e temperatura corporea – dice il rappresentante - fino all’esecuzione dei tamponi. Indicazioni fornite da coordinatori o da altro personale non medico