"Ospedale di Torrette, servono decisioni rapide impattanti per una sanità da rianimare". Affida a una lettera aperta alcune sue riflessioni il dottor Aldo Salvi, ex primario del pronto soccorso e della medicina d’urgenza dell’ospedale regionale e annunciato come Sottosegretario dalla giunta Acquaroli. Annunciato, ma non ancora entrato in servizio nel pieno delle sue funzioni e per questo una parte della lettera pubblica l’esperto medico anconetano la dedica proprio a questo particolare: "Non posso accettare di vedere il mio nome associato alla affermazione ‘per Salvi va tutto bene’ riportata da alcuni giornali marchigiani e attribuita al Consigliere regionale del Pd Cesetti _ attacca Salvi nella sua missiva _. Volevo rendere noto a tutti che al momento non ho assolutamente alcun ruolo istituzionale perché deve ancora essere completato l’iter amministrativo per la definizione del mio ambito operativo e quindi non mi è consentito l’accesso ai dati e ai dossier in essere. Per questo volevo anche esortare il consigliere Cesetti a informarsi bene prima di ‘emettere sentenze’. È vero, non mi sono pronunciato sulla vicenda ‘Ospedale di Torrette’ che in questi giorni infiamma le pagine della stampa locale, ma non è mia abitudine esprimere valutazioni che non avessero il supporto di dati numerici, dati dei quali come detto non ho disponibilità".
Dopo aver chiarito questo punto, l’ex primario – lo scorso maggio candidato consigliere con una lista di centrodestra a sostegno della candidatura, poi rivelatasi vincente, di Daniele Silvetti a sindaco di Ancona – entra nel vivo della questione: "La mia strategia operativa è la seguente: dialogo, numeri, regole _ dettaglia Salvi _. Intendo regole e giudizi che scaturiscono dopo aver ascoltato chi il problema lo vive in tutte le sue parti e dopo aver elaborato e studiato i numeri relativi. Per questo non mi sono espresso, per non correre il rischio di dare un sommario giudizio basato su sensazioni, come sta avvenendo ampiamente in questi giorni. Vorrei anche far notare che la abbreviazione della mia strategia operativa è DNR che in gergo anglosassone significa ‘Da Non Rianimare’, la caldeggio perché penso che con la sanità siamo giunti quasi a questo limite e le decisioni devono essere rapide e ‘impattanti’. Tutto ciò per mettere le cose in chiaro e per rassicurare i cittadini che sono pronto ad assumermi le responsabilità di mie eventuali scelte, come ho fatto tante volte in situazioni critiche, ma che non accetto di essere additato per cose che non sono frutto del mio operato. Ho deciso di scrivere questa lettera sulla base degli anni di lavoro nell’emergenza e dopo aver assistito migliaia di persone e aver risolto infiniti problemi clinici, aver gestito vari reparti e guidato il Dipartimento di Emergenza nei momenti più critici della pandemia".
Pierfrancesco Curzi