Torrette sospende gli interventi programmati

Si torna alla scorsa primavera con i reparti saturi di casi. Fino al prossimo 10 marzo niente operazioni, tranne quelle urgenti

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I reparti scoppiano, l’ingerenza del Covid aumenta e Torrette decide di bloccare gli interventi programmati: l’incubo di un ritorno al passato si sta materializzando. Novità importanti nell’assetto Covid intanto. Grandi manovre nei piani più alti del plesso di Torrette, con le due neurochirurgie (clinica e divisione) costrette a trasferirsi temporaneamente nell’area chirurgica lasciando i loro spazi alla nuova unità Covid: ai 24 posti dell’area Covid 4 se ne aggiungeranno altri 12 estensibili a 24, per formare un’unità sub-intensiva di tutto rispetto. L’unità coordinata dalla clinica medica e dalla cardiologia si sposta dal 6° piano dove era stata concepita in autunno al quinto piano, occupata dalle neurochirurgie appunto e raddoppia i posti.

Non confermata la riattivazione della ex unità Covid 3 A e B per la parte semi-intensiva, come in primavera gestita dalla pneumologia che però collaborerà con la sezione Covid 4 se necessario. Nella lunga seconda fase dell’emergenza pandemica, ripartita ad inizio autunno, l’ospedale regionale ha tenuto botta fino ad ora, riuscendo a non chiudere per Covid, ma la situazione inizia a farsi pesante per il continuo afflusso di pazienti contagiati. La strategia aziendale è stata quella di congelare per un mese, fino al 10 marzo prossimo (salvo rinnovi del provvedimento), gli interventi e le prestazioni programmate, anche urgenti ma procrastinabili. L’unica via per accedere nei reparti in questo periodo resta l’accesso attraverso il pronto soccorso. È proprio il maxi afflusso di pazienti, Covid e non Covid, nel reparto più importante di qualsiasi centro ospedaliero ad aver spinto la direzione sanitaria a prendere questa decisione. Con lo stop dei programmabili i reparti si dovrebbero liberare un pochino consentendo al pronto soccorso di respirare. Il condizionare resta d’obbligo.

La conseguenza, purtroppo, sarà quella di costringere decine, se non centinaia, di persone in attesa di un intervento o di una visita urgente, tutto procrastinato al mese prossimo. La decisione mira a tutelare la fluidità in pronto soccorso, ma potrebbe essere un boomerang visto che molti cittadini potrebbero scegliere proprio la strada del transito attraverso il ps a seguito di peggioramenti dei singoli quadri clinici. Sarà un mese molto delicato quello tra febbraio e marzo. Le prestazioni extra Covid cancellate tra marzo e maggio a Torrette hanno provocato danni collaterali che ancora i marchigiani, e non solo, stanno pagando. I vertici di Ospedali Riuniti hanno lavorato nella direzione di evitare quella ricaduta, riuscendoci fino ad ora, a parte questo provvedimento che, se ripetuto oltre il mese di marzo potrebbe essere pagato a caro prezzo.

Pierfrancesco Curzi