Torrette super, Caporossi decisivo "Sarei rimasto, ma non decido io"

Il riconoscimento dell’Agenas come migliore ospedale italiano inorgoglisce l’ex dg: "Un grande onore"

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di Pierfrancesco Curzi

Da una settimana non è più il Direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria delle Marche, ma il merito del riconoscimento di miglior ospedale pubblico d’Italia tributato da Agenas l’altro ieri è soprattutto merito suo.

Michele Caporossi, una bella soddisfazione?

"Straordinaria, un grande onore per me, per tutto il personale dell’azienda e per le Marche. Ora si vada avanti su quel solco aumentando la reputazione di un’azienda in controtendenza rispetto al solito blasone geografico secondo cui la meglio sanità è solo al nord e nelle grandi regioni. Ancona, un’isola sanitaria nel medio Adriatico".

Un riconoscimento vero quello tributato da Agenas?

"Il riconoscimento per eccellenza, non si tratta di quei premi che nascondono altro organizzati da alcune testate e riviste, internazionali e non".

Sorpreso dal titolo ricevuto? "No, anzi e le parole di Maria Antonietta Guerrieri per la motivazione del premio hanno spiegato perché nel 2021 siamo stati i migliori, nonostante l’annus horribilis per la pandemia, con tenacia non abbiamo mai pensato di chiudere le attività e badato a mantenere alto il livello delle performance".

I segreti dietro quel successo quali sono?

"Puntare sull’alta complessità, sull’eccellenza andando oltre i freddi numeri dei ricoveri e degli indicatori legati ai Drg (il peso economico di una prestazione clinica, ndr.). Tenere duro sul rafforzamento di Dea di II Livello, sui politraumi".

Se Torrette e i presidi collegati sono sul tetto d’Italia il merito va condiviso col suo personale, dal primo all’ultimo. Il personale sta diventando un problema cronico ancor prima che drammatico, è d’accordo?

"La visione politica corrente vede l’Italia dedicare alla sanità una percentuale di pil sotto il 7%, mentre altrove in Europa è almeno all’8. Il vero problema sono i tetti di spesa, mentre si dovrebbe produrre salute. Non è vero che si sta meglio sotto quelle soglie e infatti i parametri peggiorano".

Sotto questo profilo il dialogo con la Regione negli ultimi anni com’è stato?

"Abbiamo chiesto una revisione necessaria del tetto per la spesa sul personale alla Regione, nello specifico con una proposta del maggio scorso a Palazzo Raffaello che però non è stata accolta. Detto questo, non è un problema di facile soluzione per le istituzioni e questo è bene precisarlo".

Il suo secondo mandato triennale è terminato il 30 novembre, ma poteva essere prorogato di altri due anni: se glielo avessero chiesto avrebbe accettato di andare avanti?

"Certo, ma è normale che le scelte della sanità regionale possano essere differenti dai singoli punti di vista".

Presto verrà nominato il suo successore, cosa pensa accadrà? "Non lo so, dipenderà dall’esito dei lavori della Commissione".