"Tredici canzoni urgenti in teatro". Signori, è la notte di Capossela

Il grande cantautore sarà questa sera in concerto al teatro delle Muse di Ancona con il suo ultimo album.

"Tredici canzoni urgenti in teatro". Signori, è la notte di Capossela

"Tredici canzoni urgenti in teatro". Signori, è la notte di Capossela

E’ la sera di Vinicio Capossela alle Muse di Ancona. Il grande cantautore porta in città il suo tour "Con i tasti che ci abbiamo - Tredici canzoni urgenti in teatro", che permetterà di ascoltare dal vivo tutti i brani del suo nuovo album, "Tredici canzoni urgenti", più alcuni classici del repertorio, che potrebbero essere più di quelli previsti (di certo non mancheranno le richieste di bis). Un lavoro apprezzato da pubblico e critica (basti ricordare il Premio Tenco come miglior disco dell’anno), definito ‘polimorfo e collettivo’. Un album ricchissimo di strumenti e musicisti, che alterna diversi stili e forme, dalla folìa cinquecentesca al reggae and dub anni ‘90, tra ballate, waltz, jive e un cha cha cha. Il tutto va a formare un universo musicale di canzoni che nascono dall’urgenza di interpretare e dare voce ai problemi più stringenti del momento storico che stiamo vivendo.

"Un campionario di mali che abbiamo quotidianamente davanti ai nostri occhi – scrive Capossela – ma che, schiacciati dall’incessante berciare della società dello spettacolo, che è sempre più la società dell’algoritmo, non riusciamo più a vedere, a sentire, a capire. I tasti del pianoforte, smontati, sembrano spazzolini da denti per elefanti, o metri di legno da muratore. Privati del loro compito, e del complesso dello strumento per il quale sono costruiti, diventano lunghe dita inarticolate, smaltate in punta, a volte di bianco a volte di nero. Schegge di qualcosa che si è rotto, di un mondo fatto a pezzi come da un congegno che ti è esploso tra le mani".

Capossela spiega che "con i tasti che ci abbiamo, ci siamo fatti infilzare senza che nessuna beatitudine ne sia venuta. Ma sono venute tredici canzoni, fastidiose e urgenti, che non si sottraggono al tempo e che parlano da sé: affrontano i temi del pericolo e della grazia, che viviamo in dimensione collettiva, messi sul piatto e serviti con tasti rotti come posate. Pezzi di legno e smalto che a volte feriscono a volte carezzano, a volte grattano la schiena. Possono essere schegge, coltelli o amuleti, ma è comunque tutto quello che abbiamo per affrontare i mostri fuori e dentro di noi. Affrontarli insieme è meglio che affrontarli da soli".