Trovava sempre l’automobile danneggiata. Una volta erano le gomme bucate o squarciate con un coltello, una volta era la carrozzeria, rigata o presa a calci. Un incubo per una donna di 55 anni, jesina, residente nel quartiere di San Giuseppe, a Jesi. Due delle sue vetture, cambiante negli anni, subivano continui atti vandalici, sia quando parcheggiava davanti casa che nel seminterrato della palazzina dove abita, un’area di parcheggio coperto riservata ai condomini e suddivisa in stalli numerati dove ciascuno ha il suo spazio per l’auto. In 18 anni di residenza nella palazzina la donna ha dovuto fare nove denunce per danneggiamento. In una occasione, mentre usciva di sera, d’estate, con il figlio, ha un vicino di casa accovacciato dietro la sua automobile, vicino alle ruote posteriori. Quando gli ha chiesto cosa ci faceva lì dietro l’uomo l’avrebbe derisa. Quando se ne è andato la 55enne e il figlio hanno controllato gli pneumatici trovando una vite appuntita posizionata sotto ad una ruota. Quel giorno, era il 7 agosto del 2020, sono riusciti ad evitarla. Per il tentato danneggiamento è finito a processo il vicino di casa, un 62enne di origine bosniaca. Ieri mattina ha testimoniato in tribunale il figlio della donna, che si è costituita parte civile con l’avvocato Giancarlo Catani e chiede un risarcimento di 5mila euro. Il giovane ha raccontato di quella sera e della vita trovata. Il giorno prima la 55enne era dovuta andare in concessionaria perché un’altra ruota le era stata bucata con un chiodo affilato. I giorni precedenti ancora uno pneumatico le era stato tagliato con un coltello. Il vicino ce l’avrebbe avuta con lei perché la vicina, insieme ad altri condomini, lo aveva ripreso sul fatto che aveva occupato il parcheggio per la sua attività, la lavorazione di ferro vecchio, e non poteva farlo.
ma. ver.