È un Cinema Italia stracolmo di pubblico quello che ha assistito alla finalissima del ventesimo "Corto Dorico Film Fest" di Ancona. Alla fine la vittoria è andata a "Ultraveloci" di Davide Morando e Paolo Bonfadini, che si è aggiudicato il ‘Premio Stamira’ conferito dalla giuria di qualità, composta dai registi Daniele Vicari (‘Diaz’) e Roberta Torre (‘Tano da morire’) e dal direttore della fotografia, Dante Spinotti (candidato a due Oscar per ‘L.A. Confidential’ e ‘Insider - Dietro la verità’). Un lavoro che, recita la motivazione, "ha un linguaggio maturo, capace di strutturare l’azione e di costruire un protagonista empatico (...). La scenografia racconta un’Italia periferica, ma pregnante, fotografata in modo eccellente. Tutti gli elementi del linguaggio concorrono alla credibilità dell’opera, interpretando il genere thriller con personalità e originalità". Il corto si è aggiudicato anche il Premio Cgs Acec Sentieri di Cinema. Il pubblico ha premiato "The Delay" di Mattia Napoli, e ha fatto bene. Un corto delizioso, con spunto tematico geniale e un volto, quello dello stralunato protagonista (Vincenzo Nemolato), tra i più simpatici mai apparsi sul grande schermo. L’opera più premiata è stata "Reginetta" di Federico Russotto, che si porta a casa il Premio Nie Wiem per il miglior corto d’impegno sociale, il Premio Giuria Giovani ‘Nazareno Re’ e il Premio Accademia del Cinema Renoir. Doppia soddisfazione per l’intenso "My name is Aseman" di Ali Asgari e Gianluca Mangiasciutti, ai quali vanno il Premio Coop for movies e il Premio "Ristretti oltre le mura", assegnato dai detenuti di due carceri regionali. A ritirare il premio è stato il solo Mangiasciutti. Il suo collega è ‘bloccato’ in Iran, perché il regime, non gradendo il suo "Kafka a Teheran", gli ha ritirato il passaporto e sequestrato cellulare e pc. "Tilipirche" di Francesco Piras ha conquistato i favori della Confartigianato con un corto sulla devastazione provocata dalle cavallette in Sardegna. Il concorso per lungometraggi opera prima "Salto in Lungo" è stato vinto da "Disco Boy" di Alberto Abruzzese, che conquista anche il Premio della critica SNCCI, mentre il Premio Speciale Territori – Salto in lungo è stato vinto dallo splendido "Invelle" di Simone Massi. Da citare, infine, la prima edizione del premio intitolato ad Angelo Guglielmi, assegnato a Marco Bellocchio. "Venti anni non sono corti", recitava lo ‘slogan’ del festival, nato nel 2003 insieme all’associazione che lo ha ideato, ‘Nie Wiem’. Sul palco sono saliti i tre fondatori: Valerio Cuccaroni (oggi presidente), Natalia Paci e Alessio Racci Chini, capaci di creare una rassegna diventata un punto di riferimento nazionale (e non solo). Merito delle tante ‘anime’ del festival, a partire dal vicepresidente di ’Nie Wiem’, Luigi Socci, e dai tanti volontari che gli dedicano tempo e passione, e a due direttori artistici come Daniele Ciprì ("tutti gli ospiti restano sorpresi dalla qualità del festival") e Luca Caprara ("quest’anno è stata una sfida, ma il festival è riuscito di nuovo a unire territorio e valorizzazione dei giovani autori"). Che cosa accadrà nel 2024? Angelica Lupacchini, presidente della commissione cultura, assicura il sostegno del Comune, come già fatto dal sindaco Daniele Silvetti. La speranza è che Ancona non perda una delle sue eccellenze assolute.
Cronaca"Ultraveloci" vince Corto Dorico