Giorno di debutto per l’Ancona Foto Festival, organizzato dalla associazione Il Mascherone. Oggi (ore 18) nella Sala Boxe della Mole Vanvitelliana si terrà l’incontro ‘Vittorio Piergiovanni e la fotografia ad Ancona nel ‘900’. Lo storico Sergio Sparapani dialogherà con Angela Silvia Piergiovanni, figlia del celebre fotografo e studioso, e con Davide Vassallo, autore di una tesi universitaria dedicata alla fotografia ad Ancona nella prima metà del secolo scorso. Nello stesso spazio, e alla stessa ora, oggi sarà inaugurata la mostra sull’Ucraina, con fotografie di quattro membri del collettivo Cesura: il compianto Andy Rocchelli, Arianna Arcara, Alex Zoboli e Gabriele Micalizzi. Ci sarà anche una piccola (14 foto) mostra di scatti realizzati da Piergiovanni, docente di professione (insegnò al Benincasa, al Nautico, alle Leopardi) e fotografo ‘amatoriale’, nel senso più nobile del termine. Basterebbe il suo archivio, oggi curato dalla figlia e dal genero Franco Cavazzana, a rendere l’idea della passione che Piergiovanni nutriva verso la fotografia, e l’impegno profuso per la sua valorizzazione come arte e forma espressiva ‘alta’. Quel materiale è stato una ‘scoperta’ per i suoi stessi familiari. "Era nascosto in un mobile – ricorda la signora Silvia -. Mio padre era molto riservato. Neanch’io ero consapevole di quello che aveva fatto per la cultura fotografica. Per lui la fotografia non era un hobby. Ce ne occupiamo da dieci anni, io e mio marito. Lui ha digitalizzato tutto: foto, diapositive, negativi. Ma anche i carteggi, gli epistolari con fotografi illustri, che si rivolgevano a mio padre con deferenza. Era un uomo di grande spessore. Tra i suoi amici c’era Gianni Berengo Gardin. Entrambi erano membri del Circolo Fotografico La Gondola di Venezia, città dove mio padre visse a lungo. Qui si era laureato in lingua e letteratura francese, all’Università Ca’ Foscari". L’incontro odierno prevede anche delle proiezioni, con scatti che ritraggono Ancona, ma non solo.
L’attività di Piergiovanni fu intensissima, negli anni ‘50 aderì al Centro per la Cultura nella Fotografia di Luigi Crocenzi. Sergio Sparapani parla di "una figura molto interessante. Più un artista che un fotoreporter. Non era interessato a vendere le sue foto. E non era un Corsini, per intenderci. Il suo stile era informale. Nel corso dell’incontro proietteremo circa 80 foto legate cronologicamente alla sua opera".
Raimondo Montesi