"Un calvario per il passaggio di proprietà"

Due appuntamenti e ore di attese all’Aci della Baraccola per padre e figlio: "Il sistema informatico è in tilt, un incubo ancora irrisolto"

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di Marina Verdenelli

Due appuntamenti e sei ore di tempo perse per un passaggio di proprietà che non sa da fare. Succede all’Aci della Baraccola. Il sistema informatico a cui l’Automobile club d’Italia si appoggia, e che fa le bizze, è diventato un incubo per padre e figlio che da maggio scorso stanno tentando di fare un passaggio di proprietà di una automobile. La prima volta i due hanno atteso quattro ore per avere il documento ma non c’è stato nulla da fare. La seconda volta altre due ore e ancora nisba. Esasperato il padre ha contattato il Carlino per raccontare la sua odissea e confidare in una soluzione. "Verso la fine di maggio alle ore otto mi sono recato con mio figlio, previo appuntamento, alla sede dell’Aci Ancona per un passaggio di proprietà dell’auto – racconta Nelvio Cesaroni – E’ iniziato il calvario, l’impiegato ha cominciato ad immettere i dati sul computer poi qualche cosa è andato storto, sta di fatto che dopo telefonate ad esperti, intervento di un collega, altre telefonate, tentativi per risolvere il problema alle 10 dopo due ore eravamo al punto di partenza". A quell’ora è arrivato un secondo cliente che sentite però le motivazioni del disservizio già in corso ha atteso mezz’ora poi se ne è andato. "Noi che avevamo atteso dalle otto, confidando in una positiva soluzione abbiamo preferito attendere – osserva Cesaroni – Sono seguite altre telefonate, altri tentativi, gli impiegati sono rimasti in due, alle ore 12 ci hanno detto che il problema non era risolvibile e scusandosi per l’inconveniente ci hanno dato un nuovo appuntamento. Inizialmente era per il 7 giugno, poi visto che l’Aci aveva previsto un nuovo programma hanno preferito rimandare l’appuntamento a dopo il 12 giugno (giorno di entrata in vigore del nuovo programma). Immaginate stare 4 ore seduto su una seggiola senza fare nulla ad attendere una cosa che poi non si è risolta?".

Il 17 giugno scorso Nelvio e il figlio sono tornati all’Aci con un nuovo appuntamento. "Alle otto ci presentiamo – dice Cesaroni – fiduciosi che il nuovo programma funzioni. L’impiegato immette tutti i dati nel computer, poi mi fa apporre tre firme digitali, tutto sembra andare alla perfezione, ma no, c’è un problema sul programma che da errore. Solita manfrina, accorre un altro impiegato, si consultano, fanno tentativi, tutto inutile. Mi permetto di dire loro che la volta precedente avevano telefonato ad un tecnico, ma mi rispondono che il programma vede da solo l’errore e provvedono i tecnici a telefonare, ma il telefono non squilla. Poi provano a telefonare e l’interlocutore suggerisce qualche cosa, di nuovo tentativi ma è tutto inutile. E’ passata un’ora e mezza e d’accordo con mio figlio decidiamo di andarcene, non possiamo fare come la volta scorsa, aspettare 4 ore senza risolvere nulla, ritorneremo una terza volta, che non sia venerdì 17".

Prima di lasciare l’ufficio Cesaroni chiede se possono salvare la procedura, visto che ha già firmato, evitandogli così di ritornare con il figlio ma gli rispondono di no perché il programma si risolve con il pagamento di 16 euro. "Dico a mio figlio di pagare – conclude Cesaroni – così snelliamo l’iter. Non è possibile ci dicono, perché il programma si è fermato prima della mia firma e senza firma non viene accettato. Questa è l’Aci".