
Il suo nuovo album, il primo da solista, si intitola ‘Anche le scimmie cadono dagli alberi’. E indovinate come si intitola la serie di live appena iniziata per promuoverlo? ‘Anche le scimmie vanno in tour’. Un tipo originale Mobrici lo è sempre stato, fin dai tempi dei Canova, band di cui era leader e soprattutto autore di testi e musiche. Chi ancora non lo conosce sappia che stasera (ore 21) è in concerto al Mamamia di Senigallia, dove i suoi estimatori non perderanno l’occasione di ascoltare dal vivo canzoni vecchie e nuove.
Mobrici, come sono andate le prime due date del tour?
"Benissimo, mi hanno ricordato quanto è bello e importante per me suonare dal vivo, vedere la felicità negli occhi dei ragazzi, sentire questa gioia collettiva". Altro che concerti on-line...
"E’ la stessa differenza che c’è tra pornografia e amore. Anche quando vedo i miei concerti in video capisco che il live è tutta un’altra cosa. Lo scambio con il pubblico è insostituibile".
Insomma, è un animale da palco, non da studio.
"Lo sono anche da studio, mi piace lavorare alle canzoni. Ma poi certe cose mi annoiano un po’, come la scelta del rullante. In ogni caso cerco di dare tutto me stesso".
Invece dei Canova ha con sé una band scelta due mesi fa. E’ stata dura trovare l’intesa?
"Abbiamo fatto turni massacranti, ma loro sono bravi. Sono subito entrati nello spirito delle canzoni. Volevo ragazzi con barba e capelli lunghi, non solo bravi tecnicamente. Perché questo è un concerto molto suonato, molto rock. Per questo ho scelto i club invece dei teatri, oltre che per avere un contatto più diretto con il pubblico. Voglio che la gente esca con i capelli al contrario".
E ascoltando musica scelta da lei, vero?
"Sì, mi sono occupato personalmente delle canzoni che si ascoltano prima e dopo il concerto. Dal camerino sento ventenni cantare ‘Sara’ di Venditti, o pezzi di Dalla, Battisti, Gaetano, De André. Si vede che se li sono andati a scoprire. O, come me, hanno avuto i genitori che sentivano musica degli anni ‘70 e ‘80".
E le influenze ‘estere’?
"Ovviamente Beatles, ma anche Strokes e molto brit rock, Oasis in testa. C’è chi si sente schiacciato dal peso di questi giganti, ma il linguaggio è cambiato. Puoi comunque fare le tue cose con originalità".
Senta, non resisto: perché le scimmie del titolo?
"E’ un proverbio giapponese. Vuol dire che si può accettare di fallire, e fottersene un po’ di tante cose. Se perfino le scimmie cadono dagli alberi...".
Raimondo Montesi