"Un incontro tra culture" per l’apertura del Festival

Il Pergolesi Spontini si apre sabato alle 21 con "Dancefloor" in piazza Federico II. Uno show totale dell’ensemble multietnico Opv, capitanato da Mario Tronco

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di Sara Ferreri

Uno spettacolo che farà muovere i bacini. Uno show che promette quella bellezza che nasce dalla fusione di culture diverse. È questo "Dancefloor" il nuovo concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio-Opv sabato (ore 21) in piazza Federico II come apertura del Festival Pergolesi Spontini. L’ensemble multietnico unico nel panorama mondiale, è stato fondato venti anni fa da Mario Tronco, con l’idea di creare un’orchestra stabile di musicisti provenienti da diversi paesi e culture. Un progetto che ha ridefinito il concetto stesso di World Music, ispirando decine di esperienze analoghe in Italia e nel mondo, e facendo dell’orchestra il segno tangibile di una scommessa possibile: tenere insieme continenti diversi, con le loro culture, i loro suoni e la loro storia.

"Il progetto – spiega Tronco -è nato dall’idea che l’insieme di culture diverse produce bellezza. Ne sono estremamente convinto. Basti pensare che l’ultima grande rivoluzione culturale è quella del Novecento, del jazz e del rock’n roll che hanno determinato la musica leggera attuale. Una testimonianza che quando convivono matrici diverse il risultato è sorprendentemente bello". Sarà uno show che mette al centro il ballo. "Farà muovere le anche per non dire qualcosa di più imbarazzante – sottolinea Tronco –. Torneremo alle origini con il ritmo e il ballo che saranno di nuovo gli unici protagonisti. Nel dna dell’Opv c’è il ballo perché il ballo muove il cuore della musica. Si balla per far innamorare una donna, per esprimere gioia, per scandire il tempo del lavoro, per preparare il raccolto e persino per pregare. Del resto Dancefloor che a novembre diventerà anche un disco, proprio per il ventennale, vuol dire ‘pista da ballo’, una curiosa pista da ballo fatta di ritmi e storie diverse".

Un’esperienza quella dell’orchestra partita dall’ombelico di Roma, dal quartiere dell’Esquilino, e vissuta attraverso reciproche influenze di generi musicali e complicità tra i musicisti. "Il concerto si rivolge a un pubblico trasversale – spiega ancora Tronco – dai bambini agli ultraottentenni". Si andrà dai paesaggi sonori dell’album "Isola di legno", ibrido che accosta il folk al jazz, le tablas agli archi, i tamburi ai fiati, alle composizioni originali in primissima esecuzione. Per un viaggio tra Paesi, culture e linguaggi. Ci saranno le atmosfere sensuali della cumbia boliviana, con le donne che ballano alzando e muovendo a tempo i lembi della gonna, le danze berbere con i foulard dalle frange corte e coloratissime, la sacralità e ripetitività del gesto nel canto Sufi, i passi cadenzati e ritmici della musica delle Ande. Ma anche le atmosfere caratteristiche degli anni sessanta Italiani, l’impegno politico dell’Afro Beat e la scanzonata allegria del reggae arabo.

Info e biglietti: 0731 206888.