"Un nuovo ospedale accanto al Carlo Urbani"

Il polo nascerà entro il 2026, Saltamartini: "Qui saranno presi in carico i codici bianchi, ma dobbiamo risolvere il problema del personale"

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"Accanto al parcheggio del Carlo Urbani nascerà entro il 2026, pena la perdita del finanziamento, un nuovo ospedale di comunità che ospiterà anche la casa di comunità, la quale attraverso medici di base e guardie mediche prenderanno in carico i codici bianchi, meno lievi". Così l’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, venuto a Jesi assieme al direttore generale Asur, Nadia Storti, per illustrare gli interventi, per 7,5 milioni di euro di risorse del Pnrr, previsti a Jesi. "Jesi è stata una roccaforte per la pandemia e meritava questo investimento, il più importante delle Marche e probabilmente tra i più cospicui anche a livello nazionale – aggiunge Saltamartini, accolto in Comune dal sindaco Massimo Bacci e dall’assessora Marialuisa Quaglieri –, il tutto è stato inviato al Ministero. Si passerà in tempi rapidi alla progettazione esecutiva perché le condizioni del Pnrr prevedono che i lavori debbano essere completati nel 2026. Siamo nei tempi, grazie alla dottoressa Nadia Storti e agli ingegneri dello staff, è stato fatto un lavoro importante". "La nuova struttura – spiega Nadia Storti – sarà realizzata vicino al Carlo Urbani su una superficie del Comune che sarà ceduta in comodato d’uso gratuito. Ospiterà ospedale e casa della comunità, completando così il ciclo della continuità assistenziale sul territorio. L’ospedale di comunità avrà posti letto da medicina generale e sarà rivolto soprattutto agli anziani che hanno necessità di assistenza infermieristica e oss e la presenza di un medico. Ma ospiterà anche le specialistiche in presenza e la telerefertazione. I pazienti possono essere stabilizzati al pronto soccorso e poi andare nelle cure intermedie in questa struttura che dovrà sgravare l’Urbani da tutto ciò che non è intensità di cure. Al vecchio Murri, sarà realizzata la centrale operativa territoriale (Cot) dove avverrà la vera presa in carico del paziente". Il nodo scottante è quello del personale.

Non nasconde il problema l’assessore regionale Saltamartini: "La crisi anche del pronto soccorso jesino deriva dal fatto che ci sono pochissimi medici. Dal 2012 sono stati effettuati tagli al personale e la formazione non copre il turn over. L’idea è di lavorare con le risorse che ci sono già. A livello nazionale si sta discutendo per il rinnovo del contratto collettivo dei medici di medicina generale: l’idea è di far passare a questi medici metà del servizio fuori dall’ambulatorio. Va tolto il numero chiuso alla facoltà di Medicina e vanno aumentate le specializzazioni: su 180 medici di urgenza nelle Marche ne mancano all’appello 63. Ora che ritengo il Covid superato, lavoriamo sulle liste di attesa. Con l’acquisto di nuove apparecchiature elettromedicali interverremo sul taglio delle liste di attesa".

Sara Ferreri