"Un ritorno alle origini di Polverigi E’ il festival che ci apre al mondo"

Dopo alcuni anni che il cartellone si era diviso tra il paese dove è nato e il capoluogo ora si fa dietrofront

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"Inteatro Festival" torna alle origini. Il che significa un ritorno a se stesso e al luogo in cui è nato e cresciuto: Polverigi. Dopo alcuni anni in cui il cartellone si era diviso tra la cittadina e il capoluogo, il ruolo della prima torna preponderante (un solo spettacolo ad Ancona, anche se con una replica). E’ lo stesso assessore alla cultura Paolo Marasca a ricordare che "Inteatro resta il festival di Polverigi, nato con uno spirito particolare, innovativo e internazionale. Un evento che apre il nostro territorio al mondo". Questo ritorno alle origini è sottolineato naturalmente anche dal sindaco di Polverigi Daniele Carnevali, anche presidente della Provincia, il quale ricorda come "lo scorso anno ci siamo riappropriati del parco di Villa Nappi. Mi fa piacere che sarà così anche quest’anno. Fare innovazione in luoghi non classici, non convenzionali, ha sempre caratterizzato il festival di Polverigi. Come suo attuale presidente ricordo che la Provincia una volta era coinvolta direttamente nell’organizzazione del festival". Carnevali parla poi del "bisogno di evasione del pubblico", dopo due anni così difficili. Un bisogno di uscire, di vedersi, di incontrare gli altri. E in questo senso la manifestazione curata da Velia Papa è da sempre un esempio perfetto. Gli spettatori si spostano trai vari luoghi del festival, tutti situati a poca distanza l’uno dall’altro, e spesso si scambiano commenti e impressioni su quello che hanno appena visto. Così ci crea una piccola ‘comunità’. E in certi casi nascono nuove amicizie.

Sarà anche per questo bisogno di ritorno alla normalità che il consigliere regionale Mirko Bilò si dice "certo che il festival darà un ottimo riscontro a livello di immagine e di partecipazione, contribuendo a rilanciare le sorti culturali e d’identità delle Marche". Un contributo eccezionale, in tal senso, lo darebbe un altro fatto citato da Bilò: la possibile candidatura dei teatri storici marchigiani a bene tutelato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. "Sarebbe un motivo di orgoglio e soddisfazione". Cristiano Lassandari, presidente dell’Associazione Inteatro parla di "programma ricco di qualità", compreso ‘Il gioco dell’oca verde’, perché "porta l’attenzione su un tema, l’ecologia, che rischia di essere messo nel cassetto visto quello che sta succedendo".

Quanto al ‘ridimensionamento’ di Ancona Velia Papa, direttore di Marche Teatro, spiega che le ragioni sono "economico-organizzative": "Se esportassimo la formula di Inteatro ad Ancona servirebbero più spazi. E quindi più risorse. Quando l’anno scorso abbiamo portato Teatro Amazonas alle Muse in effetti abbiamo ‘forzato la mano’. Quelli di Polverigi, comunque, saranno quattro giorni intensisimi".

Raimondo Montesi