ANDREA
Cronaca

Una battaglia da vincere a ogni costo

Un'opera di street art di grande portata è stata realizzata sulla facciata di un palazzo a Napoli. Ma la città è invasa da scritte insulse e impattanti che cancellano la memoria di quello che resta. Una situazione che fa arrabbiare.

Massaro

A Napoli la facciata di un palazzo ha il volto giovane di San Gennaro. Non puoi non guardarlo. Anzi, quell’immagine ti cattura lo sguardo, inevitabilmente. Perchè è ben fatta, è viva, raffigura qualcosa di vero, di sentito, di forte, di unico. Un conto è avere la facciata di un palazzo con un’opera di street art di questa portata. C’era anche qualche writers di casa nostra, come Run ad esempio, che si era offerto di dare mostra della sua professionalità in una circostanza simile. Si potrebbe anche accettare la facciata del palazzo dietro la galleria San Martino con la madonna capovolta di Ozmo, al limite, se non fosse per lo stato pessimo di ciò che la circonda. Quello su cui, però, non si può assolutamente passar sopra è lo scempio di scritte insulse e impattanti. I graffitari, non gli artisti, ne approfittano per sfogarsi dileguandosi nel buio o magari nella penombra di zone non propriamente controllate, come le anticamere delle stazioni ferroviarie, i binari dimenticati, le zone deturpate. Basti solamente pensare che sono andati a scrivere in cima all’ex palazzo della Telecom di via Miglioli. Sì, proprio quello che è stato cannibalizzato e vandalizzato ignobilmente con gli arredi strappati via e rubati, le scrivanie scaraventate dal quarto piano, i cavi elettrici staccati per sfilare il rame. Faceva talmente gola, che sono arrivati in cima al palazzo e lo hanno scritto completamente. Forse qualcuno non si è reso conto, ma Ancona è scritta praticamente ovunque: dalle panchine del centro alle pensiline dei bus, dai muretti dei giardini alle pareti e alle facciate degli edifici pubblici e privati. Scrivono sul monumento del Passetto, scrivono sulla statua di piazza Cavour o sulla statua di Pinocchio. Scrivono, scrivono così tanto da cancellare la memoria di quello che resta. Fosse solo "Sara ti amo"... Quello all’inizio ci aveva strappato anche un sorriso. Adesso ci fa maledettamente arrabbiare.