MARINA VERDENELLI
Cronaca

Una famiglia celebre. Medico a processo: "Avvelenò la moglie"

Profili è il figlio di un eroe della Resistenza "Nitrito di sodio nelle medicine". Lui nega tutto.

Vincenzo Profili nel 2024 con la sindaca di Fabriano Daniela Ghergo

Vincenzo Profili nel 2024 con la sindaca di Fabriano Daniela Ghergo

Un po’ di cristalli bianchi aggiunti alle medicine che gli preparava sul comodino, cristalli velenosi per uccidere la moglie gravemente malata. Così un famoso medico di Fabriano, ormai in pensione, Vincenzo Profili, 89 anni, avrebbe architettato un piano diabolico. Per la Procura di Ancona è colpevole di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, dal legame di parentela e dalla minorata difesa della vittima. Utilizzando il nitrito di sodio, un additivo alimentare tossico, incolore e insapore che si trova facilmente in commercio, in forma cristallina e altamente solvibile, avrebbe avvelenato la moglie Daniela Chiorri, morta a 81 anni il 25 maggio del 2023, all’ospedale di Fabriano. La donna cinque giorni prima si era sentita male in casa. Ieri il maritoe è stato rinviato a giudizio e dovrà affrontare un processo che partirà davanti alla Corte di Assise di Ancona il prossimo 24 febbraio. Con un bastone che lo aiuta a camminare, Profili si è presentato in tribunale, all’udienza preliminare davanti al giudice Alberto Pallucchini, assistito dai suoi due avvocati, Gianna Marasca e Carlo Angelici. Lui quelle accuse le nega tutte. E’ convinto che in casa abbia agito qualcuno a scapito suo e della moglie, che amava più della sua vita. Una coppia molto affiatata e unita stando a chi li conosceva bene. Nel processo si prevede già uno scontro tra perizie. L’autopsia fatta fare dalla pm Irene Bilotta, che ha coordinato le indagini dei carabinieri di Fabriano, ha collegato il livello di intossicazione avuto dall’anziana ad un’alta concentrazione di nitrito di sodio assunto dalla Chiorri fino a provocarne la morte. Il medico legale incaricato dalla difesa, invece, ha rilevato che la tossicità riscontrata nel sangue della moglie era sotto la soglia di attenzione, una mancata ossigenazione pari a quella che può avere un fumatore e non collegabile alla morte della donna. Anche nel sangue di Profili è stato trovato il nitrito di sodio. Il medico è stato il primo della coppia a finire in ospedale, il giorno dopo era toccato alla moglie. Lui andò anche in coma e dopo due mesi venne dimesso. La moglie dopo cinque giorni è morta nell’ospedale che porta il nome del padre del marito, Engles Profili, medico anche lui, un valoroso partigiano morto nel 1944 per mano dei nazifascisti.

Le indagini della Procura si sono basate anche sulle testimonianze del fratello della vittima e di un informatico che in casa di Profili avrebbe visto, molte settimane prima del doppio malore, una boccetta con scritto nitrito di sodio nascosta in un mobiletto del computer. Dal computer che Profili aveva dovuto far riavviare l’informatico avrebbe trovato ricerche sull’acquisto del nitrito di sodio.