Un’altra notte a guardare le stelle nel parchetto dietro via Gervasoni

A mezzanotte una fila di corpi sdraiati per presentarsi presto davanti agli uffici

Migration

Sono ancora lì. Il parchetto che si trova alle spalle della questura, in via Gervasoni, funge ancora da riparo ad un gruppo di stranieri che da settimane stanno stazionando in strada in attesa di sapere se la loro domanda di asilo verrà accolta. Nella notte tra ieri e giovedì l’area verde, che il Carlino ha segnalato e documentato con foto dove si vedono i giacigli di emergenza ricavati da queste persone, è stata utilizzata di nuovo per passare la notte. Una fila di corpi, uno vicino all’altro, a mezzanotte passata: stavano sdraiati sul prato, sotto un cielo di stelle. L’ennesima passata all’aperto con la speranza di un futuro migliore. Quelli accampati erano più di dieci. Di giorno si spostano poi davanti all’ingresso della questura, lungo il marciapiede, in attesa di essere ricevuti dall’ufficio immigrazione. Il giardinetto, che confina con la scuola superiore Savoia-Benincasa, dietro la fermata del bus, è diventato ormai la loro casa. Lì lasciano le poche cose che possiedono, dei vestiti chiusi nelle buste, le coperte per coprirsi di notte e qualche rifiuto che i piccoli cestini in zona non sono sufficienti a contenere. Da una settimana ormai il Carlino sta documentando questa scena. Martedì scorso, alle prime luci del mattino, qualche straniero dormiva anche sotto la pensilina. Sugli alberi sono state trovate coperte e cartoni che vengono utilizzati poi di notte come letti. I residenti della zona sono stanchi di assistere a scene così disumane e chiedono alle istituzioni di intervenire predisponendo per queste persone delle strutture dove essere accolti. Un avvocato è pronto a far partire una petizione da indirizzare al questore e all’ufficio immigrazione della questura per sollecitare una soluzione. Il gruppo è numeroso e ogni giorno aumenta.

ma. ver.