"Uno smarrimento in stile Woody Allen"

Lucia Mascino porta in scena domenica a Chiaravalle lo spettacolo di Calamaro prodotto da Marche Teatro

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Una scrittrice in crisi da tempo, con in tasca solo personaggi iniziali di romanzi che non scriverà mai, perché non riesce ad andare avanti.

E’ il personaggio che viene interpretato dall’anconetana Lucia Mascino in "Smarrimento", spettacolo che domenica (ore 21) farà tappa al Teatro Valle di Chiaravalle.

Diretto, e scritto per l’attrice anconetana, da Lucia Calamaro, questa produzione di Marche Teatro segna l’incontro artistico di due indiscutibili talenti del palcosceninco.

Mascino, la tournée inizia sabato a Bellaria, e il giorno dopo la porta subito vicino ‘casa’. Sensazioni?

"C’è una grande emozione, e contentezza. E’ uno spettacolo a cui sono molto legata, anche perché il debutto allo Sperimentale di Ancona me lo porto nel cuore. A Chiaravalle torno dopo venticinque anni, quando feci un lavoro sulla Montessori. Con ‘Smarrimento’ iniziammo nel novembre 2019. Poi venne il Covid. La ripresa vera è stata lo scorso febbraio. E’ un titolo che abbraccia tre anni".

Significativo, visti i tempi...

"All’inizio era quasi giocoso. Oggi siamo più smarriti di allora. E’ un titolo che calza a pennello con il periodo che abbiamo vissuto e viviamo. Intanto qualcosa nello spettacolo è cambiato. Io e Lucia abbiamo fatto qualche prova in più. Ad esempio, i protagonisti Anna e Paolo, che faccio entrambi io, hanno due figli invece di uno".

Questa scrittrice sembra proprio in crisi totale.

"Infatti non ne esce. Ma nello smarrimento si può stare anche comodi, purché si ammetta di viverlo. In fondo forse è una condizione più comune di quanto si pensi. Infatti Anna ‘fa simpatia’. Lo spettacolo comunque non è una ‘mattonata’, né un elogio dello smarrimento. E’ tragicomico, alla Woody Allen".

Beh, la psicoanalisi ci insegna che la prima cosa è non negare il problema.

"Invece siamo abituati a nascondere la crisi, come se ci vergognassimo. Siamo esseri umani, non dobbiamo negare quello che abbiamo dentro. Nessuno ha la soluzione per tutti i problemi. Anna fa pensieri a voce alta. Ecco, rivelarsi è un bell’esercizio. Si può essere smarriti, e magari dirsi: vediamo come ci si sta in questa ‘libertà’ che ti dà lo smarrimento".

Ma è uno smarrimento ‘al femminile’ quello che racconta lo spettacolo?

"Lucia Calamaro non vuol sentire parlare di certe distinzioni. In fondo io interpreto anche l’uomo... In generale possiamo dire che le donne sono più abituate a parlare, senza timori, a elaborare, a ragionare su quello che provano".

Com’è passare dal film natalizio di Aldo, Giovanni e Giacomo a ‘Smarrimento’?

"E’ un caso. Le riprese del film le ho fatte mesi fa. Lì però non sono la moglie nevrotica di nessuno. Sono romantica, dolce, vitale. Una che con lo smarrimento ci convive. Il bello è che il regista Massimo Venier mi ha scelto dopo aver visto ‘Smarrimento’ a Milano. Il film lo devo allo spettacolo!".

Lei sta vivendo un momento magico. Pensa che sarebbe ‘smarrita’ di fronte a un ‘intoppo’ nel suo percorso?

"L’intoppo c’è sempre. Anche adesso. Mi accadono cose belle, ma anche ‘incontri di pugilato’. Sei sempre messa alla prova. Devi combattere. E’ un mestiere che ti chiede tantissimo. Anche di avere molta fiducia in quello che fai".

Raimondo Montesi